Considerazioni sul referendum propositivo
Recentemente, sono emerse importanti osservazioni riguardo al referendum propositivo, evidenziando la necessità di un utilizzo responsabile di tale strumento democratico. Il vice presidente della Camera dei deputati, Giorgio Mulè, ha delineato le problematiche connesse alla gestione di questo quesito, suggerendo che i promotori debbano essere i primi a utilizzarlo in modo appropriato per evitare risultati negativi.
Tipologia del referendum
Secondo Mulè, il quesito referendario non può essere considerato di tipo abrogativo, bensì propositivo. Questo implica che si tratta di una novità legislativa che intende estendere l’applicazione di una legge del 1992 sui figli adottati a tutti i cittadini, senza limitazioni. L’interpretazione di questo strumento giuridico è cruciale, poiché erroneamente potrebbe assumere un potere di innovazione legislativa che non gli compete.
Raccolta delle firme e impatto politico
La rapidità nell’ottenere le 500.000 firme necessarie per indire il referendum è stata sostenuta anche dalla possibilità di firmare online. Questo dimostra un significativo interesse politico verso la questione, ma Mulè ha avvertito sull’importanza che il Parlamento possa legiferare autonomamente su temi di tale rilevanza, evitando una delega inappropriata a strumenti referendari che non sono concepiti per modificare le leggi esistenti.
Rischi ed abusi del referendum
Il vicepresidente della Camera ha sottolineato il rischio di un abuso nel ricorso a referendum se non gestito con la dovuta responsabilità. I promotori, in particolare, hanno la responsabilità di utilizzare questo strumento tradizionalmente democratico, per non svilire la sua importanza. Qualora il referendum venisse ammesso, il pericolo di non raggiungere il quorum necessario potrebbe generare disaffezione da parte degli elettori, con il rischio che il referendum venga percepito come un’azione inflazionata, quindi abusata.
Quorum e responsabilità
Il dibattito sul possibile innalzamento del quorum per il referendum è un tema complesso. Mulè ha affermato che non è un obiettivo prioritario, ma potrebbe rivelarsi uno strumento di garanzia per assicurare che solo quesiti ben sostenuti arrivino alla Corte Costituzionale, aumentando così la responsabilità di chi promuove tali iniziative.
- Giorgio Mulè – Vice presidente della Camera dei deputati