Israele e Libano sull’orlo dell’escalation: preoccupazione globale per le possibili conseguenze catastrofiche

Wsj: “Il Pentagono non esclude un’operazione di terra da parte di Tel Aviv nel prossimo futuro”. Washington nutre timori che la situazione possa degenerare.

20 settembre 2024 | 12.03

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Si intensificano le preoccupazioni riguardo a una possibile operazione militare terrestre da parte delle forze israeliane nel sud del Libano. Le preoccupazioni non riguardano solo gli Stati Uniti, ma anche la Russia, che avverte di “conseguenze disastrose”.

Il Wall Street Journal ha riferito che il segretario alla difesa Lloyd Austin ha discusso tali timori, specialmente in relazione a attacchi contro Hezbollah utilizzando dispositivi esplosivi. Austin e il dipartimento di Stato statunitense hanno esortato Israele a concentrare gli sforzi sulla diplomazia, mentre gli Stati Uniti manifestano la paura che la situazione possa sfuggire al controllo.

Russia avverte: “Operazione su larga scala avrà effetti catastrofici”

La portavoce del Ministero degli esteri russo, Maria Zakharova, ha espresso preoccupazione per gli sviluppi in Libano, affermando che la possibilità di una operazione militare su vasta scala comporterebbe conseguenze devastanti per la sicurezza dell’intero Medio Oriente. Mosca si dice disponibile a collaborare con partner regionali e internazionali per alleviare le tensioni.

Wsj: accordo Israele-Hamas poco probabile prima della fine del mandato Biden

Nel frattempo, secondo il Wall Street Journal, funzionari statunitensi hanno affermato che è improbabile che Israele e Hamas raggiungano un accordo prima della conclusione del mandato del presidente Joe Biden. Negli scorsi mesi, erano stati espressi segnali di ottimismo riguardo a un cessate il fuoco e al rilascio degli ostaggi.

La Casa Bianca aveva annunciato che le parti coinvolte avevano concordato il “90%” del testo dell’accordo, alimentando speranze di una risoluzione. Diversi alti funzionari sono scettici riguardo alla possibilità di un accordo definitivo, affermando che “nessun accordo è imminente” e che la situazione potrebbe non trovare una conclusione.

Le fonti hanno rivelato che le difficoltà nei negoziati derivano da diversi fattori, compreso il numero di prigionieri palestinesi che Israele dovrebbe rilasciare in cambio degli ostaggi, complicato ulteriormente dalla morte di rapiti. L’attacco a Hezbollah, avvenuto con l’uso di dispositivi esplosivi, ha aumentato il rischio di un conflitto totale, rendendo più difficile una soluzione diplomatica.

Un problema aggiuntivo, secondo i funzionari di Biden, è che Hamas spesso avanza richieste e poi si rifiuta di accettare gli accordi, sconcertando i negoziatori. Gli analisti sostengono che il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, possa sabotare il processo per placare l’estrema destra della sua coalizione di governo.

Di conseguenza, l’atmosfera sia all’interno dell’Amministrazione Biden sia in tutto il Medio Oriente appare particolarmente cupa. “Al momento non c’è alcuna possibilità di progresso” ha dichiarato uno dei funzionari in seguito all’operazione contro Hezbollah, aggiungendo che tutte le parti sono in attesa delle prossime elezioni, le cui implicazioni determineranno il futuro dei negoziati.