Ex Campione Diventato Irreconoscibile: Appello Disperato per Aiutarlo a Tornare indietro

una storia di disagio e speranza

È avviata una campagna di sensibilizzazione per sostenere Maurizio Schillaci, il cugino dell’iconico calciatore Totò, attualmente in condizioni critiche a causa di una grave denutrizione e ricoverato in ospedale. Maurizio, ex attaccante della Lazio, vive una realtà drammatica a 62 anni, dopo aver affrontato una vita segnata da difficoltà economiche e gravi problemi di salute. Un tempo protagonista calcistico, ora è un uomo invisibile e sofferente, costretto a vivere per strada nella sua città natale, Palermo.

una vita di sofferenza

Recentemente, Maurizio ha subito un aggravamento della sua salute, perdendo sensibilità negli arti superiori e necessitando di vari accertamenti presso l’Ospedale Civico di Palermo. La sua esistenza è segnata da un dramma che sostiene non avere fine, data la sua forte denutrizione e la mancanza di un tetto. Non molto tempo fa, aveva trovato rifugio in una stanza a un costo irrisorio, ma tale sistemazione è stata rescissa, costringendolo a vivere nuovamente in automobile e, infine, sotto le stelle.

La volontaria Giusy Caldo e altri sostenitori si stanno mobilitando per portare aiuto a Maurizio, utilizzando i social per raccogliere fondi e sostegno. Grazie alle loro iniziative, è stato possibile permettere a Maurizio di ricevere cure medicali e garantire un rifugio per il suo fedele cane Ciccio, che è ora ospitato in una pensione.

un passato calcistico interrotto

Il declino di Maurizio affonda le radici in un passato calcistico promettente, iniziato con il Palermo e culminato nel Licata di Zdeněk Zeman in Serie C. La svolta tanto attesa con il trasferimento alla Lazio nel 1986 si è rivelata un’illusione, dato che Schillaci è sceso in campo solo 11 volte, segnando un solo gol, prima di un passaggio al Messina. Diverse lesioni, incluso un grave infortunio allo scafoide, hanno segnato la fine della sua carriera sportiva, iniziata in giovanissima età.

“Mi hanno considerato un malato immaginario”, ha dichiarato, “ma la verità è che avevo un grave infortunio e nessuno mi ha creduto”.

Nei suoi anni successivi, Maurizio è passato per diverse squadre, fino a chiudere la carriera a soli 31 anni. La discesa dalla luce del calcio verso l’abisso è stata repentina, caratterizzata da solitudine, abbandono, e problemi economici che hanno portato alla dipendenza da sostanze. Abbandonato da tutti, ha visto svanire anche i legami con le sue due figlie e con il cugino Totò, attualmente ricoverato in ospedale.

l’appello per la speranza

Attualmente, Maurizio vive una vita di continue difficoltà e lotte quotidiane. Le sue espressioni di solitudine e sofferenza sono toccanti:

“Finché giochi, tutti ti amano. Ma quando smetti, ti ritrovi solo.”

La richiesta di aiuto da parte dei volontari rappresenta l’ultima possibilità per un uomo che ha dovuto affrontare sfide inimmaginabili, ma che, con il giusto supporto, potrebbe intraprendere un percorso verso una vita dignitosa.