Strage di Paderno: Le Rivelazioni del 17enne che Voleva Solo Vedere il Nonno

Un tragico evento ha scosso la cittadina di Paderno Dugnano, nel milanese, dove un 17enne è accusato di aver compiuto un triplice omicidio, sterminando la propria famiglia. Le sue confessioni e i motivi dietro questo gesto estremo pongono interrogativi complessi e inquietanti sul malessere giovanile e le dinamiche familiari contemporanee.

Confessione e dettagli dell’omicidio

Durante un incontro con il difensore, l’avvocato Amedeo Rizza, il giovane ha espresso il desiderio di vedere il nonno, affermando: “Mai avrei pensato di poter arrivare a uccidere, so che non posso tornare indietro“. I dettagli dell’atto omicida, avvenuto il 1 settembre, rivelano un drammatico quadro: il 17enne ha prima colpito a morte il fratello di 12 anni, proseguendo con la madre di 48 anni, Daniela, e infine il padre di 51 anni, Fabio, che aveva appena festeggiato il compleanno.

La confessione ha messo in luce un disagio profondo e un desiderio di “vivere in un mondo libero”, con pensieri di combattere in Ucraina. Dopo l’accaduto, il giovane ha contattato i carabinieri, presentandosi come pacato e sereno.

Meccanismi mentali e movente

Il legale ha evidenziato che il ragazzo è consapevole della gravità delle proprie azioni, pur non ritenendo corretto affermare che fosse lucido nel momento del delitto. Le indagini non hanno ancora chiarito motivazioni precise, lasciando aperto il dibattito sui fattori psicologici che hanno potuto influenzare il giovane. Le affermazioni riguardanti il malessere personale suggeriscono una mancanza di connessione con il mondo esterno e la presenza di pensieri di violenza manifestatisi nei giorni precedenti l’omicidio.

Tra le considerazioni emerse, si sottolinea come il giovane fosse considerato un studente modello, sportivo e tranquillo, senza segnali premonitori di un simile comportamento. Il giorno del delitto ha mostrato un lato oscuro e inaspettato.

Dinamiche del delitto

Raccontando la sequenza di eventi, il giovane ha rivelato di aver agito con un grande coltello da cucina. Ha prima attaccato il fratellino, provocando urla che hanno attratto l’attenzione dei genitori. In seguito, ha colpito la madre e, quando il padre è accorso a difendere la famiglia, ha inferto il colpo fatale. I dettagli della furia omicida rimangono confusi nella memoria del ragazzo, evidenziando un distacco dalla realtà durante l’atto.

Le indagini continueranno a scrutinare ogni aspetto della sua vita, compresi i dispositivi elettronici, per comprendere meglio le radici di un’azione tanto sconvolgente.

Il futuro in giudizio

Il 17enne attende ora l’udienza di convalida dell’arresto, mentre si intensificano le misure di protezione da parte della famiglia rimasta. La procura sta affrontando non solo il caso giuridico ma anche le implicazioni sociologiche e psicologiche che lo accompagnano. Un tema centrale è il disagio giovanile, sottolineato dall’assenza di un collegamento diretto alle risorse di supporto mentale, come affermato dalla pm Sabrina Ditaranto, esperta sul tema.

  • Fabio, padre, 51 anni
  • Daniela, madre, 48 anni
  • Fratello di 12 anni
  • Amedeo Rizza, avvocato difensore
  • Sabrina Ditaranto, pm del tribunale per i minorenni