L’arresto di un noto latitante delle Brigate Rosse a Buenos Aires segna un’importante operazione di giustizia internazionale. Leonardo Bertulazzi, ricercato da diverso tempo, dovrà ora affrontare il suo passato e una pena detentiva significativa.
29 agosto 2024 | 21.16
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Oggi, a Buenos Aires, è stato arrestato Leonardo Bertulazzi, latitante delle Brigate Rosse, ai fini dell’estradizione. Le autorità argentine hanno revocato il suo status di rifugiato, concesso nel 2004. Bertulazzi era già stato arrestato nel 2002 dalla Polizia di Stato di Buenos Aires, a seguito di indagini condotte dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, in collaborazione con la Digos di Genova e l’Interpol, ma fu rilasciato qualche mese dopo.
Bertulazzi, membro della colonna genovese delle Brigate Rosse, deve scontare una pena complessiva di 27 anni di reclusione per reati che comprendono sequestro di persona, associazione sovversiva e banda armata. Latitante dal 1980, è stato implicato nel sequestro dell’ingegnere navale Piero Costa, avvenuto a Genova il 12 gennaio 1977, finalizzato a ottenere risorse finanziarie per le attività terroristiche. Parte del riscatto, stimato in 50 milioni di lire, è stato utilizzato per acquistare un appartamento a Roma, dove venne detenuto Aldo Moro.
La Polizia argentina ha eseguito l’arresto con la presenza di agenti dell’Intelligence italiana e di dirigenti della polizia italiana, inclusi investigatori della Digos di Genova e del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, già nel paese da alcune settimane.
La nota di Palazzo Chigi
Un comunicato da Palazzo Chigi riporta: “Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, esprime un profondo ringraziamento alle autorità argentine per l’esecuzione dell’arresto di Leonardo Bertulazzi, già condannato in Italia a 27 anni per reati di terrorismo, a seguito della revoca del suo status di rifugiato da parte della Commissione per i Rifugiati argentina. L’arresto del membro delle Brigate Rosse è frutto di una intensa e proficua cooperazione tra le autorità giudiziarie italiane, argentine e Interpol”.