Donald Trump e lo scambio di prigionieri con la Russia
Il tema dello scambio di detenuti tra Stati Uniti, Russia e altre nazioni torna sotto l’attenzione, sollevato da commenti dell’ex presidente americano Donald Trump. Quest’ultimo ha espresso preoccupazione riguardo a un possibile seguito negativo di queste operazioni, insinuando che si possano verificare pagamenti significativi, definendo tale situazione un cattivo precedente per il futuro.
Il commento di Trump sullo scambio di prigionieri
Durante un suo comizio ad Atlanta, Trump ha elogiato il presidente russo Vladimir Putin per l’accordo di libero scambio di prigionieri, definendolo una vera e propria “vittoria” per la Russia. Ha criticato l’amministrazione americana, sostenendo che Putin ha dimostrato di essere più astuto dei funzionari statunitensi, specialmente in un accordo che segna un importante sviluppo nelle relazioni tra le due potenze.
Dettagli e implicazioni dell’accordo
Trump ha omesso di menzionare i prigionieri statunitensi rilasciati nell’ambito di questo scambio, come il giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich, focalizzandosi invece sulla sua percezione che l’amministrazione ha commesso un errore strategico. Ha affermato: “Abbiamo riportato a casa 59 ostaggi senza pagare alcunché, mentre ora sono stati liberati alcuni dei più pericolosi criminali del mondo”. Questo commento evidenzia un desiderio di levarsi contro l’attuale politica in tema di scambi di prigionieri.
Controversie legate agli scambi passati
In contrasto con le sue attuali affermazioni riguardo alla gratuità degli scambi, si ricorda che Trump ha autorizzato il pagamento di 2 milioni di dollari alla Corea del Nord per il rimpatrio di Otto Warmbier, un caso controverso che ha sollevato molte critiche. L’ex presidente ha insistito che tale pagamento non sia mai avvenuto e che Warmbier sia venuto a mancare poco dopo il suo ritorno negli Stati Uniti.
Le posizioni recenti di Trump
Negli ultimi giorni, Trump ha espresso numerose critiche riguardo allo scambio di prigionieri, domandandosi su vari aspetti dell’accordo mediante post sui social network. Ha sottolineato la mancanza di trasparenza sulla natura dell’accordo, interrogandosi su quante persone siano state liberate in cambio degli americani e insinuando che le negoziazioni siano sempre state sfavorevoli per gli Stati Uniti.
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