Libano: Crosetto Assicura la Sicurezza dei Militari Italiani

Il ministro della Difesa ha presentato un’informativa alla Camera, evidenziando l’importanza della situazione in atto, specialmente in relazione all’attacco missilistico avvenuto il 27 luglio nel Golan, che potrebbe portare a una spirale di violenza.

01 agosto 2024 | 12.16

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“È necessario agire su tre fronti:
da una parte potenziare le forze armate libanesi per garantire un’efficace operatività contro Hezbollah; dall’altra, sensibilizzare le Nazioni Unite per garantire l’applicazione della risoluzione 1701, anche attraverso un rafforzamento del contingente Unifil; infine, occorre garantire la sicurezza dei soldati italiani impegnati in Unifil. Ritengo che attualmente la sicurezza dei nostri militari non sia più in pericolo rispetto ai mesi scorsi, grazie anche a un’ottima rete di intelligence. Potrebbero essere coinvolti in incidenti durante gli scontri tra le fazioni”.

“L’attacco missilistico nel Golan ha causato morti e feriti, in particolare tra bambini e adolescenti, aumentando le tensioni e rischiando di innescare un’ulteriore escalation nel Medio Oriente”, ha dichiarato il ministro Crosetto. Ha ribadito l’importanza del Libano per la stabilità regionale, sottolineando come la presenza di 10mila soldati dell’Onu in quell’area possa contribuire a evitare conflitti diretti. Ha chiesto all’Onu garanzie di sicurezza per le truppe impegnate, auspicando un dialogo costante con tutti gli attori coinvolti.

vertice nato

In merito agli esiti del vertice Nato di Washington, il ministro ha indicato un “percorso irreversibile” per l’adesione graduale dell’Ucraina all’Alleanza, parallelo all’ingresso nell’Unione Europea. Ha messo in evidenza come il conflitto russo-ucraino abbia rivelato che la difesa transatlantica non è attualmente in grado di affrontare adeguatamente la situazione di scorte e ammodernamenti necessari per mantenere la superiorità tecnologica di fronte alle minacce globali.

Riguardo alla spesa per la Difesa, l’Italia occupa il sestultimo posto all’interno della Nato, con un rapporto spese difesa/Pil dell’1,53%. Il governo ha rassicurato i partner sul raggiungimento dell’obiettivo del 2% del Pil, pur riconoscendo le difficoltà nel farlo entro il 2028. Il summit ha mostrato come 23 paesi abbiano già rispettato tale parametro, visto come fondamentale per la modernizzazione e la deterrenza della difesa dell’Alleanza.