Padre di Filippo Turetta: Mi Vergogno per Quelle Parole, temevamo il Peggio

“Chiedo scusa, vi prego di non considerare quelle frasi insensate, siate comprensivi”

28 luglio 2024 | 16.21

LETTURA: 2 minuti

“Chiedo perdono per le parole rivolte a mio figlio. Mi sono lasciato andare a commenti inappropriati”. Nicola Turetta, genitore di Filippo, attualmente detenuto a Montorio (Verona) con l’accusa di aver ucciso l’ex fidanzata Giulia Cecchettin, ha rilasciato queste dichiarazioni nel corso di un’intervista al Corriere del Veneto. Durante un colloquio telefonico con Filippo, avvenuto il 3 dicembre e successivamente reso pubblico, il padre ha tentato di tranquillizzarlo. “Hai compiuto un atto grave, ma non sei un criminale… Non sei solo”, sono state alcune delle sue parole nel tentativo di sostenere il figlio.

“In quei giorni, tre persone si erano tolte la vita a Montorio. Ci bonificavano con notizie preoccupanti e non sapevamo come supportare nostro figlio. Chiedo comprensione, non si deve prestare attenzione a quelle affermazioni insensate”, ha dichiarato Nicola Turetta. “Non ho riposato, ho lasciato casa per non angosciare ulteriormente mia moglie e l’altro nostro figlio”, ha aggiunto, evidenziando la pressione mediatica che la famiglia sta affrontando a seguito delle dichiarazioni pubblicate.

“Chi domani avrà il coraggio di affrontare il giudizio della gente dopo i titoloni che mi etichettano come un mostro?” ha continuato Turetta. Quello che ha dichiarato era a scopo di proteggere Filippo da pensieri autolesionistici, spiegando: “Ho menzionato la laurea non per un futuro tangibile, ma per dargli un obiettivo”. Il padre, infine, ha espresso il suo rammarico per le espressioni utilizzate, affermando che “non rappresentano mai il suo pensiero reale” e continuando a scusarsi per quelle frasi sconvenienti.