Il dramma di Marco Girotto: Il noto chef morto a 33 anni per un attacco di asma raccontato dalla compagna

La tragica scomparsa di Marco Girotto, uno chef veneto, ha lasciato un vuoto immenso tra i suoi cari e nella comunità. Ricoverato per dieci giorni in ospedale a seguito di un grave attacco di asma, Marco non è riuscito a sopravvivere. Scopriamo più in dettaglio cosa è successo e come viene ricordato.

il dramma di un giovane chef

Marco Girotto, noto chef veneto di 33 anni, ha perso la vita dopo un attacco di asma che lo ha colpito mentre era al lavoro presso un ristorante ad Albignasego. Nonostante il rapido intervento dei colleghi e il tempestivo ricovero in ospedale, Marco non è riuscito a superare il grave malore.

la vita e la carriera di marco girotto

Marco era il compagno della street artist argentina Carolì e da poco più di otto mesi era diventato papà di una bambina, Sole. La sua carriera lo aveva portato a combinare la cucina gourmet studiata a Londra con la tradizione della cucina veneta, guadagnandosi stima e apprezzamento per la sua purezza e umiltà.

il malore improvviso e il ricovero

Dieci giorni fa, Marco ha avuto un malore improvviso mentre lavorava. I colleghi hanno subito capito la gravità della situazione e hanno chiamato i sanitari, che sono intervenuti rapidamente trasportandolo all’ospedale di Padova. Ricoverato in terapia intensiva, il giovane chef ha lottato per dieci giorni prima di cedere.

il commovente ricordo della compagna carolì

La compagna Carolì ha ricordato Marco con parole toccanti, descrivendo la sua dedizione alla famiglia e alla professione. Sole, la loro bambina, è stata chiamata così per scelta di Marco, che amava profondamente la sua famiglia. Ha studiato cucina gourmet a Londra prima di tornare in Italia per fondere le sue conoscenze con la tradizione veneta. Era noto per la sua simpatia e umiltà, e amava aiutare Carolì nell’arte dei murales.


La nostra bimba si chiama Sole, un nome che lui ha scelto con fermezza. Amava la sua famiglia e viveva per la sua bambina. A Londra aveva studiato la cucina gourmet e poi tornato in Italia l’aveva fusa con i piatti della tradizione veneta. Era una persona pura e molto eclettica, conosciuta nel suo settore ed apprezzata per la simpatia e l’umiltà. Lavorava nel suo posto del cuore e diceva sempre: ‘Scherza con fuoco ma non col cuoco!’ Ha sempre sostenuto me e la mia arte, spesso mi accompagnava e aiutava a fare i fondi dei murales.