La rabbia del fratello di Cristian dopo la tragedia nel Natisone: “Operazione teatrale e disorganizzata

In Friuli Venezia Giulia, le operazioni di ricerca di Cristian Molnar, disperso nel torrente Natisone, proseguono incessantemente. Parallelamente, emergono critiche sui soccorsi, con il fratello di Cristian che esprime il suo disappunto, mentre il legale della famiglia interviene.

continuano le ricerche di cristian molnar

il supporto dei soccorritori

Giunti al nono giorno di ricerche, i soccorritori e i Vigili del Fuoco stanno scandagliando ogni sezione del torrente Natisone con l’obiettivo di ritrovare Cristian Molnar, ancora disperso. Si spera in quello che viene descritto come un “possibile miracolo” da tutta Italia.

la speranza della famiglia

La famiglia del giovane 25enne mantiene viva la speranza di poter riabbracciare Cristian. Tra i più attivi nelle ricerche, il fratello di Cristian, Petru Radu, ha recentemente rilasciato dichiarazioni critiche nei confronti dei soccorsi.

le critiche di petru radu

commenti negativi sui soccorsi

Petru Radu ha espresso disappunto riguardo l’operato della Protezione Civile e dei soccorritori. Le sue parole hanno creato amarezza tra i volontari, definendo il loro comportamento come “molto teatrale”.

l’intervento del legale della famiglia

la valutazione del legale sull’accaduto

Il legale della famiglia Molnar, Gaetano Laghi, ha recentemente criticato la gestione dell’emergenza, sostenendo che se i soccorsi fossero stati tempestivi, i ragazzi coinvolti nella tragedia sarebbero potuti essere salvati.

dichiarazioni di gaetano laghi

Se i soccorsi fossero partiti tempestivamente, ovvero nel momento in cui la povera Patrizia li ha richiesti, oggi i ragazzi sarebbero vivi e a casa con i loro genitori. Dopo aver fatto anche un sopralluogo nella località della tragedia, mi colpisce molto la sottovalutazione della situazione iniziale. Mi aspetterei, da chi è preposto a ricevere telefonate e richieste d’aiuto una preparazione tale che, avendo notizie di una persona che si trova in quel posto preciso, sappia come intervenire.

Probabilmente sono stati quei primi momenti di sottovalutazione del pericolo che hanno poi determinato il fatto che i ragazzi non siano stati salvati in tempo. Conseguentemente bisognerà valutare il grado delle omissioni, perché il procuratore di Udine dice che si parla di omissioni e su questo siamo d’accordo. Purtroppo, però, è un’omissione, un ritardo che ha inciso sul soccorso. Posso ribadire che sono intimamente convinto di questa circostanza: se i soccorsi fossero partiti tempestivamente oggi i ragazzi sarebbero vivi.