La mattina del 16 aprile 2024, il Sud Italia è stato nuovamente scosso da un terremoto. Questo nuovo evento sismico, di magnitudo 2.5, ha interrotto la tranquillità dell’alba, ribadendo la persistenza di uno sciame sismico che sta interessando la regione da tempo. La scossa, percepite sia dai sismografi che dalla popolazione locale, ha seguito una serie di movimenti tellurici di minore intensità, alimentando preoccupazioni e attenzione sulla zona dei Campi Flegrei.
nuovi sismi svegliano il sud italia
Lo sciame sismico, che continua a preoccupare gli esperti, ha visto una significativa attività presso i Campi Flegrei. Alle 5:38, l’Osservatorio Vesuviano ha rilevato una scossa con magnitudo preliminare di 2.5, a una profondità di 2.6 chilometri, con epicentro in prossimità di Agnano Pisciarelli. Quest’ultimo evento segue altre scosse di pre-allarme avvenute nella stessa area, tra cui la più rilevante di magnitudo 2.3 registrata alle ore 4:11.
L’Osservatorio Vesuviano dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) continua a monitorare attentamente questa area geologicamente instabile, rilevando un’ininterrotta attività sismica. Solo nella giornata di domenica, più di 74 terremoti sono stati registrati, con il più forte che ha raggiunto una magnitudo di 3.7.
continuità sismica ai campi flegrei
Mauro Antonio Di Vito
, direttore dell’Osservatorio Vesuviano, ha sottolineato l’esistenza di uno scenario costante di movimenti tettonici nell’area di Solfatara-Pisciarelli, descrivendo una situazione di costante monitoraggio a causa dell’alto rischio sismico. Nonostante l’incessante attività sismica, al momento non si prospettano scenari di crisi eruttiva, ma la preoccupazione per il risveglio della caldera permane alta tra gli esperti e la popolazione locale.
Questa costante attività sismica solleva interrogativi sulla preparazione di emergenza e sulla sicurezza dei cittadini in zone così altamente a rischio. Sebbene la previsione di terremoti sia al di fuori delle capacità attuali della scienza, l’analisi continua dei dati e l’osservazione dei fenomeni premonitori rimangono strumenti fondamentali per gestire e mitigare il rischio sismico in queste aree critice.