Morto il Giorno del Compleanno: Dubbi della Famiglia e Scoperte Scoccanti dall’Autopsia

Il tragico destino di Patrick Guarnieri, trovato senza vita all’interno del carcere di Castrogno il giorno del suo compleanno, il 13 marzo, ha scatenato un’ondata di interrogativi e incertezze in merito alle effettive cause del suo decesso. L’autopsia, realizzata sotto la supervisione del medico legale di Teramo, ha evidenziato come il giovane 20enne abbia perso la vita a causa di asfissia, senza mostrare segni di fratture o altre lesioni sul corpo. Mentre il consultente della famiglia, il medico Gabriele Paolini, rimarca la presenza di ecchimosi sul collo del giovane, ciò che apre la porta a dubbi circa la tesi del suicidio. Nel contesto d’indagine, la Procura ha ordinato il sequestro delle registrazioni delle telecamere interne alla struttura, oltre alla documentazione clinica e ai rapporti dei controlli effettuati dal personale penitenziario, al fine di fare luce sugli ultimi momenti di vita di Guarnieri.

L’indagine sul decesso

L’attenzione si concentra ora sul completamento della relazione autopsica, in attesa dei report tanto delle analisi istologiche su tessuti quanto di quelle tossicologiche, il cui esito sarà divulgato nell’arco di 30 giorni. Parallelamente, emerge il malessere della famiglia di Patrick, che ha difficoltà a credere nella possibilità di un suicidio e ha presentato denuncie menzionando un’alterco e grida all’interno dell’istituto di pena.

Le circostanze contese

Risalta la misteriosa condotta del giovane, incarcerato per ripetute violazioni dell’obbligo di dimora. Ancora non è chiaro come Patrick, affetto da problemi di udito e con limitazioni cognitive, sia finito all’interno di quelle mura, dove è stato scoperto impiccato con le lenzuola della sua cella. Aggiunge drammaticità la situazione la madre del ragazzo, anch’essa detenuta e che ha avuto un malore alla notizia della morte del figlio, per cui è stata necessaria assistenza ospedaliera.

La tragedia di Patrick Guarnieri interpella profondamente, non solo per la giovane età del deceduto e per le circostanze dolorose della sua morte ma anche per le numerose questioni che pone in termini di gestione carceraria, cura e tutela dei detenuti, soprattutto di coloro che presentano vulnerabilità specifiche. Le prossime settimane saranno cruciali per ottenere risposte concrete su questo caso che ha commosso l’opinione pubblica e sollecitato un riflessione più ampia sulla condizione carceraria nel nostro paese.