Il 24 febbraio 2007 segnò una svolta inquietante nella già oscura trama della strage di Erba, un caso giudiziario che ha turbato e affascinato l’Italia, segnandola profondamente. Fu allora che Olindo Romano, in un momento di rivelazione durante un colloquio con il consulente Massimo Picozzi, espose intricati dettagli del massacro, confessando la responsabilità di lui e della moglie Rosa Bazzi.
gli inquietanti dettagli rivelati
Durante questo scambio, Olindo si espresse con precisione su ciò che accadde quella pelosa notte, in cui la vita di più innocenti venne brutalmente interrotta. Uno dei momenti più sconvolgenti fu quando rivelò il motivo per cui decisero di incendiare l’abitazione dei Castagna Marzouk, un’azione dal significato oscuro e contorto.
la decisione di appiccare il fuoco
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la decisione di dare fuoco alla casa non ebbe lo scopo di eliminare le prove del massacro. Olindo fornì una motivazione che lascia ancora oggi interdetti: la convinzione, soprattutto da parte di Rosa, che Raffaella Castagna fosse stata oggetto di un qualche tipo di maleficio. Secondo questa logica distorta, l’unico modo per annientare ogni male era distruggere ogni cosa attraverso il fuoco.
un dettaglio che non lascia indifferenti
Questo racconto non solo ci offre uno scorcio sulla dinamica degli eventi e sul pensiero dei condannati, ma ci immerge anche nel loro mondo interiore, rivelando una freddezza emotiva spaventosa. L’indifferenza con cui Olindo descrive l’atto di uccidere è raggelante, paragonandolo a un gesto quotidiano privo di qualsiasi peso morale.
La strage di Erba resta uno dei capitoli più oscuri e controversi della cronaca italiana recente. Nonostante la condanna definitiva di Olindo Romano e Rosa Bazzi all’ergastolo nel 2011, le loro confessioni iniziali, contraddittorie e le motivazioni bizare dietro alcuni gesti, come l’incendio della casa, continuano a generare domande e dubbi nell’opinione pubblica.