Shiva in Arresti Domiciliari: Il Trapper Accusato di Sparare a Due Giovani

Il trapper italiano Shiva, il cui vero nome è Andrea Arrigoni, dopo essere stato al centro di un’indagine per tentato omicidio, porto abusivo di arma da fuoco ed esplosioni pericolose a seguito di una sparatoria a Settimo Milanese, ha ricevuto la concessione degli arresti domiciliari da parte del giudice per le indagini preliminari di Milano. Questo episodio si inserisce in un contesto più ampio di accuse legali che lo vedono coinvolto, compresa un’altra vicenda investigativa a San Benedetto del Tronto per una rissa. In tale occasione, Shiva si era già trovato in un regime di arresti domiciliari, poi modificato in obbligo di dimora. La vicenda ha avuto una particolare rilevanza mediatica anche perché Shiva è divenuto padre mentre si trovava in detenzione, senza poter assistere alla nascita del figlio a causa del mancato permesso.

gli arresti domiciliari concesso a shiva

la decisione del giudice per le indagini preliminari di milano

Nel contrapporsi agli eventi che hanno visto Shiva sparare ad due giovani ragazzi, rimasti feriti nella sparatoria di luglio 2023, gli inquirenti hanno ammassato prove grazie a video di sorveglianza presso una casa discografica che hanno portato all’arresto dell’artista ad ottobre. La decisione di trasferire Shiva agli arresti domiciliari è stata presa il 21 febbraio 2024, su richiesta dei suoi legali.

ulteriori accuse e contesti legali

Shiva

non si trova solamente sotto indagine a Milano, ma anche presso la Procura di Ascoli Piceno per un episodio di rissa avvenuto a San Benedetto del Tronto l’ultimo agosto, dove era implicato insieme ad altri cinque giovani. Anche in questo caso, la misura cautelare iniziale è stata modificata, dimostrando un iter legale complesso che coinvolge il trapper in diverse giurisdizioni.

diventare padre durante la detenzione

Un elemento che ha aggiunto un ulteriore livello di interesse mediatico alla vicenda legale di Shiva è stato il suo diventare padre mentre si trovava in carcere, momento durante il quale non è stato autorizzato a uscire per essere presente al parto.