Sinisa Mihajlovic, allenatore e icona sportiva, ha lasciato un segno indelebile nel mondo del calcio non solo per i suoi successi sportivi ma anche per la sua lotta personale contro la leucemia. La sua vicenda ha toccato profondamente il cuore dei fan e dei professionisti del settore, specialmente a Bologna, dove ha servito come allenatore. Il rapporto tra Mihajlovic e il Bologna FC si è rivelato essere più di un semplice legame professionale, evidenziando valori di lealtà, sostegno e umanità al di là delle aspettative.
il sostegno del bologna a mihajlovic
la diagnosi e la reazione
Sinisa Mihajlovic, all’epoca allenatore del Bologna, ha vissuto momenti difficili dopo aver ricevuto la diagnosi di leucemia. I problemi di salute si sono intrecciati con una fase sportivamente complicata per la squadra, culminata nell’esonero dell’allenatore. Questo evento ha aggravato il disagio già profondo vissuto da Mihajlovic, come raccontato dalla moglie Arianna Rapaccioni. Nonostante ciò, il gesto del club di continuare a erogare lo stipendio di Mihajlovic fino alla scadenza del contratto è stato percepito come un supporto morale e finanziario di grande valore.
un legame indissolubile
Il legame tra Sinisa Mihajlovic, la città di Bologna e la squadra di calcio è cresciuto in modo esponenziale, trasformandosi in un affetto “viscerale” come descritto dalla moglie del tecnico. Questo legame non è stato scalfito neanche nei momenti di maggiore difficoltà, dimostrando come i rapporti umani possano andare oltre i risultati ottenuti sul campo.
un’espressione di gratitudine
Arianna Rapaccioni ha espresso la propria gratitudine non solo verso la dirigenza del Bologna per il sostegno finanziario, ma anche verso l’intera comunità bolognese per il calore e l’affetto dimostrato nel corso della malattia di Mihajlovic. Il supporto ricevuto in un momento così difficile ha avuto un impatto significativo sulla sua famiglia, sottolineando il valore delle relazioni umane all’interno dello sport professionistico.