Arrestato primario in provincia di Belluno: chiedeva tangenti per procreazione assistita

 

Il primario di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Pieve di Cadore (Belluno), Carlo Cetera, è stato arrestato dalla Guardia di Finanza, con le accuse di concussione aggravata e continuata oltre a interruzione di pubblico servizio. Il medico chiedeva tangenti alle coppie in lista per ricevere il trattamento della procreazione medicalmente assistita allo scopo di ridurre l’attesa, che normalmente si aggirava intorno ai due anni. L’uomo faceva pressioni sul timore dei soggetti di rischiare di perdere l’occasione per avere un figlio e chiedeva loro circa 2500 euro.

Cetera dapprima raccoglieva informazioni circa le disponibilità economiche delle future famiglie, poi faceva leva sulla prospettiva della madre di avere un figlio, prospettando come seriamente rischiosa anche una sola settimana di ritardo nel ricevere il trattamento, soprattutto per quelle donne che stavano per superare i 40 anni di età. Attualmente sono 6 le famiglie cui è stata chiesta la tangente, ma si sospetta che il numero sia superiore.

L’episodio che ha condotto all’arresto è avvenuto in un bar nella stazione ferroviaria di San Donà di Piave, in provincia di Venezia. Al centro dell’avvenimento una famiglia molto provata dai tentativi di avere un figlio e le cui aspettative stavano per essere deluse.

Così Ignazio Marino, presidente della Commissione d’inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale, si è così espresso sulla vicenda: “È una vicenda di uno squallore desolante. E’ gravissimo che un medico disonori il giuramento prestato all’inizio della professione, ingannando i suoi pazienti. La procreazione medicalmente assistita è una tecnica straordinaria che però rappresenta una prova emotivamente difficile per una coppia: lucrare sulle paure e i desideri di persone che vogliono avere un bambino, è un doppio crimine. Ho chiesto ai carabinieri del Nas in servizio presso la Commissione di acquisire tutti gli atti e i documenti che possano aiutarci a capire meglio quanto è accaduto. Chiederò inoltre all’Ufficio di Presidenza della Commissione di valutare l’inserimento di questo caso all’interno della nostra inchiesta sulla corruzione in sanità”