Secondo impegno europeo del nostro premier Monti, un faccia a faccia con la Merkel e con Sarkozy.
Due erano gli obiettivi prefissati di questo incontro: rassicurare che l’Italia avrebbe tenuto fede all’impegno di pareggiare il bilancio entro il 2013 e convincere la Merkel a considerare l’opzione eurobond.
La cancelliera tedesca, nella giornata di ieri, aveva già chiarito le sue idee: «Non funzioneranno. E con la socializzazione del debito non si risolve il problema» aveva detto. La sua contrapposizione agli eurobond deriva dal ragionamento che tale mezzo demotiverebbe gli sforzi verso al risanamento dei conti pubblici da parte dei paese gravati da enormi debiti sovrani, e dalla ritrosia di essere penalizzati dai debiti di altri paesi. Dello stesso parere è il governo francese.
Monti vorrebbe però fare leva sulla prospettiva dell’implosione dell’euro (che danneggerebbe tutti inevitabilmente) se non si effettuano scelte adeguate al problema della speculazione internazionale. Il rischio di declassamento delle triple A è già alle porte.
Della stessa posizione è il presidente della Commissione europea nel sostenere l’ipotesi degli eurobond. «Faccio un appello a tutti gli Stati affinchè discutano degli stability bond con mente aperta e senza dogmi perchè possono portare enormi benefici. Non sono un’immediata soluzione alla crisi ma possono portare enormi benefici rendendo più liquido il mercato dei bond», ha detto ieri replicando alla cancelliera tedesca, aggiungendo che il varo degli eurobond «dimostrerebbe all’opinione pubblica che l’area euro è un esempio di governance rafforzata».
Al suo ritorno, Monti incontrerà i leader dei partiti che appoggiano il suo governo, per decidere insieme le nomine dei nuovi sottosegretari e dei nuovi viceministri.