Favorire la rigenerazione del tessuto cardiaco infartato: si può. Come? Con l’impianto di cellule staminali nella zona da riparare. Pare che, secondo uno studio condotto negli Stati Uniti dai ricercatori italiani Roberto Bolli e Piero Anversa, un cuore danneggiato può recuperare da insufficenza cardica mediante una terapia regolare a base di staminali.
I primi test sono stati effettuati su 23 pazienti in condizioni cliniche precarie. Gli studiosi hanno prelevato dai cuori di 16 di questi degenti staminali adulte, purificate poi in un secondo momento, e lasciate a riprodursi fino a raggiungere il numero di un milione e più.
Dopo l’operazione, le cellule sono state reimpiantate nel tessuto cardiaco danneggiato mediante un apposito catetere. Trascorsi 4 mesi i ricercatori hanno avuto modo di apprendere che, rispetto alla trama danneggiata dei restanti 7 pazienti, in coloro che si erano sottoposti alla terapia, l’area necrotica risultava sensibilmente ridotta con insufficenza cardiaca proporzionalmente inferiore.
Il cuore ‘bombardato’ da flusso staminale ha aumentato la sua capacità di pompaggio dell’8,5 % nei primi 5 mesi, fino a salire al 12 % dopo un anno dall’inizio della cura. Già in precedenza si è provato a recuperare le aree cardiache infartate tramite l’impianto di staminali, senza però ottenere gli stessi risultati in quanto cellule tratte dal midollo osseo e non dal pericardio dello stesso paziente.
Questo è uno studio che spalanca le porte in ambito cardiologico e che, si spera, possa evolversi con soluzioni via via sempre più incoraggianti.