Giornata di botte oggi alla Camera dei Deputati. Due parlamentari, appartenenti rispettivamente alla Lega e a Fli, sono venuti alle mani poco prima che Italo Bocchino di Fli prendesse parola. Il deputato sarebbe dovuto intervenire subito dopo il capogruppo della Lega, Reguzzoni, che aveva appena sferrato un durissimo attacco nei confronti del Presidente della Camera Gianfranco Fini. I due deputati che si sono fisicamente scontrati sono stati poi separati da una fila di commessi di entrambi i partiti.
La vicepresidente della Camera, Rosy Bindi, è stata costretta ad interrompere la seduta e a scusarsi con un gruppo di giovani che assisteva alla seduta parlamentare per “lo spettacolo poco edificante” cui avevano assistito.
La seduta è poi regolarmente ripresa e all’ingresso in aula di Gianfranco Fini si è levato un coro inneggiante alle sue dimissioni.
Il Presidente della Camera si è così espresso circa la bagarre avvenuta in mattinata e che lo riguardava: “Ho ascoltato tutti quelli che sono intervenuti. Si è trattato di osservazioni di carattere squisitamente politico che come tali meritano tutte uguale rispetto. Non è questa la sede per rispondere politicamente; finirei con il confermare quella accusa di partigianeria che mi viene mossa e che a mio avviso è insussistente. Saranno altre le sedi in cui, se lo riterrò, eserciterò il diritto di replica”.
Il duro attacco di Reguzzoni a Fini era stato espresso così dal diretto interessato: “Il suo comportamento di questo giorni è inopportuno: chi presiede la Camera non può sedere in uno studio televisivo al livello di altri leader politici”, ha detto l’esponente del Carroccio, mentre i deputati della Lega e molti del Pdl applaudivano e urlavano “dimissioni, dimissioni!”.
Reguzzoni parte duro: “La Lega è una forza pacifica e responsabile, ma non tollera soprusi né ingiustizie. E’ inopportuno che il presidente Fini si faccia partecipe di dibattiti con valutazioni politiche. Uno che fa politica non può sedere sul seggio più alto della Camera”. Inoltre, Reguzzoni denuncia la “caduta di stile” di Fini “nel coinvolgere la moglie di un ministro, di un nostro ministro, offendendo tutti quelli che hanno pensioni in regola con le leggi, giuste o ingiuste che siano, in vigore quando sono andati in pensione”. Reguzzoni si riferisce al caso della moglie di Bossi, citata ieri da Fini a Ballarò come baby pensionata a 39 anni. “Quando vigevano quelle leggi la Lega non era in Parlamento; Fini invece sì e non ha fatto nulla per eliminarle. Da Fini c’é stata una caduta di stile per un movimento sempre rispettoso, mai sceso nel gossip, che mai ha fatto il nome di Fini che invece nel gossip c’é scesa eccome”. Infine, condanna il fatto che “un movimento politico, Fli, che mai candidato alle elezioni, ha il nome di Fini nel simbolo. E questo è inaccettabile”.
La replica di Bocchino a difesa di Fli e di Fini stesso è stata: “Gianfranco Fini ha il diritto, dovere di partecipare al dibattito politico mentre le priorità del paese sono altre , rappresentate dalla paralisi del parlamento perché la maggioranza non è in condizioni di votare nulla. Guardate ad altre alte cariche istituzionali, per le quali emergono problemi più seri. Mentre Reguzzoni poneva un problema politico di piccolo cabotaggio il portavoce della Commissione europea affermava di attendere ancora decisioni da parte dell’Italia entro le 18 di stasera con misure concrete e un calendario certo”. Questi, secondo Bocchino, sono i veri problemi con un “governo che non riesce a mettere a punto misure concrete mentre qualcuno nega (a Fini) il diritto di partecipare al dibattito come invece vanno i vicepresidenti della Camera Maurizio Lupi e Rosy Bindi senza che nessuno glielo contesti”.