In Grecia continuano le manifestazioni di protesta contro il pacchetto anti-crisi elaborato per risollevare il paese. Lo sciopero, però, sta paralizzando il paese stesso ed Atene è diventata un vero e proprio campo di battaglia, secondo quanto riferiscono le tv e i giornali locali.
I primi scontri sono avvenuti nella Piazza Syntagma e nelle sue vie laterali. Alcuni individui incappucciati hanno lanciato sassi e cinque bottiglie incendiarie contro i poliziotti schierati di fronte l’edificio del Parlamento. Le forze dell’ordine hanno reagito facendo esplodere alcuni candelotti lacrimogeni.
Gli agenti, in tenuta antisommossa, si sono schierati anche a protezione della statua al milite ignoto e si sono difesi dal lancio di pietre effettuato da decine di giovani incappucciati.
Anche le strade di accesso alla piazza sono diventate dei campi da guerra e numerosi sono i danni inflitti a edifici e negozi.
Lo sciopero è stato indetto per protestare contro le misure di austerità varate dal governo socialista di Giorgio Papandreou e contro il multi-disegno di legge che domani sarà votato dal Parlamento. Anche nelle altre principali città greche si svolgeranno manifestazioni.
Questo è il quinto sciopero generale dall’inizio dell’anno e il secondo di 48 ore da giugno.È ritenuto il più grande dopo la caduta del regime dei colonnelli del 1974 ed arriva a paralizzare completamente il Paese dopo due settimane in cui si sono succeduti già decine di scioperi settoriali. Tutto è fermo: scuole, ministeri, banche, uffici postali, ospedali, studi professionistici, supermercati, panetterie mentre sono tornati a lavorare i giornalisti di radio, tv e quotidiani. Il consiglio direttivo della Confederazione Nazionale del Commercio di Grecia (Esee) ha deciso la chiusura, per oggi, di tutti i negozi del Paese.
Resteranno chiusi anche i distributori di benzina, si fermeranno i traghetti da e per le isole, i voli nazionali e internazionali e i controllori di volo (i quali, però si asterranno dal lavoro solo per 12 ore).
Inoltre, gli impiegati del sistema carcerario hanno occupato il ministero della Giustizia da questa mattina e in un comunicato sostengono che “la situazione nelle carceri ha raggiunto livelli molto pericolosi perché che manca il personale in tutti i reparti che in certi casi raggiunge il 60% del necessario”.