Urso e soft power: l’industria di marca che rilancia il made in italy

Il valore strategico del Made in Italy nel contesto globale

In un panorama economico caratterizzato da incertezze internazionali e crescenti tensioni commerciali, le aziende italiane dimostrano una notevole capacità di adattamento e resilienza. Il Made in Italy, rinomato a livello mondiale per la sua qualità, creatività e tradizione, rappresenta un elemento cruciale non solo per l’economia nazionale, ma anche per la proiezione culturale dell’Italia all’estero.

Made in Italy: eccellenza e soft power

Il contributo dell’industria di marca va oltre i semplici indicatori economici; essa funge da potente veicolo di soft power, capace di influenzare favorevolmente i consumatori a livello globale, in particolare nei mercati chiave come quello statunitense. Secondo il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, “il valore della nostra industria di marca non è solo un motore economico e sociale, ma ha un potere superiore: quello del soft power”. Questo aspetto risulta fondamentale nel contesto attuale delle tensioni commerciali.

L’importanza dell’industria di marca per la crescita europea

Il ruolo strategico delle aziende italiane si riflette chiaramente nei dati: tra il 2014 e il 2024, il valore delle esportazioni dei beni di largo consumo è aumentato significativamente, passando da 3,8 a quasi 10 miliardi di euro. Urso sottolinea che “questo traguardo ci lascia ottimisti” e rappresenta un tesoro da proteggere attraverso una sinergia tra pubblico e privato.

L’associazione Centromarca gioca un ruolo centrale in questo sviluppo, rappresentando oltre 2.600 marchi con un valore complessivo superiore a 87 miliardi lungo tutta la filiera. L’Italia si sta affermando come leader europeo nel riportare la manifattura al centro della crescita economica. A tal fine sono stati presentati sette documenti tematici alla Commissione Europea insieme al Libro bianco Made in Italy 2030.

“Questo strumento”, conclude Urso, “si propone di orientare le politiche pubbliche per rafforzare le filiere produttive e promuovere l’innovazione”. La notizia più rilevante è che l’Italia investe con determinazione nella propria identità produttiva, rendendo la sua industria di marca una leva fondamentale per la crescita e l’influenza globale.

  • Adolfo Urso
  • Centrormarca
  • Aziende italiane significative
  • Membri della Commissione Europea
  • Sostenitori del Libro bianco Made in Italy 2030