Pastora, geppi cucciari risponde agli insulti con un video-denuncia

geppi cucciari denuncia il sessismo al festival di repubblica

Recentemente, Geppi Cucciari ha preso parte al festival “La Repubblica delle Idee” a Bologna, dove ha affrontato un argomento di grande rilevanza sociale: il sessismo. Durante l’intervista condotta da Annalisa Cuzzocrea, la conduttrice ha condiviso le esperienze personali legate agli insulti e alle discriminazioni che riceve in quanto donna e figura pubblica.

geppi cucciari e la posizione delle donne nella società

Nell’ambito dell’intervista, Geppi Cucciari ha riflettuto sulla posizione delle donne all’interno della società contemporanea. Ha espresso una considerazione critica, affermando: “Le donne che non rimangono al loro posto danno più fastidio degli uomini che non rimangono al loro posto. È che non si è capito qual è questo posto. E ognuno si cerca il proprio.” Questo commento evidenzia le difficoltà e le aspettative sociali a cui le donne sono sottoposte.

L’insulto che riceve più spesso

L’argomento si è poi spostato sugli insulti ricevuti nel corso della carriera di Geppi Cucciari. La conduttrice ha dichiarato: “Di sicuro gli insulti alle donne sono sempre a sfondo sessuale, fisico, poi nel mio caso regionale. Perché uno degli insulti che ricevo più spesso è pastora.” Ha inoltre sottolineato come tale termine sia ingiustamente utilizzato in modo offensivo, mentre rappresenta un lavoro nobile e impegnativo.

Cucciari ha anche commentato l’ossessione collettiva per l’aspetto fisico femminile: “Poi, ovviamente legato all’ingombro fisico, quindi sul peso; prima ero troppo grassa, poi troppo magra, ora troppo media. E sei grassa, e sei stronza… ” Questa osservazione mette in luce la cultura del giudizio basata sull’apparenza e i suoi effetti devastanti sul linguaggio e sulla percezione delle donne nella società moderna.

  • Annalisa Cuzzocrea
  • Vladimir Luxuria
  • Domenica In (programma TV)
  • Pride 2025 (evento)
Visualizza questo post su Instagram

Un post condiviso da la Repubblica (@larepubblica)