Novità sul concordato preventivo biennale: limiti alle pretese fiscali e opportunità di adesione

Il Consiglio dei Ministri ha recentemente approvato un decreto legislativo relativo alla delega fiscale, destinato a oltre 2 milioni di partite IVA che non hanno ancora aderito all’istituto concepito per incentivare l’adempimento spontaneo delle obbligazioni fiscali. Questo intervento normativo introduce importanti novità per i contribuenti, in particolare per coloro considerati più affidabili dal punto di vista fiscale.
limiti alle pretese fiscali per i contribuenti affidabili
Tra le principali innovazioni emerge l’introduzione di tetti agli aumenti di reddito e valore della produzione. Per i soggetti con indice ISA superiore a 8, il limite sarà fissato al 10% per chi riceve una valutazione massima di 10 già nell’anno d’imposta 2024; il limite sarà del 15% per punteggi compresi tra 9 e 10, e del 25% per quelli tra 8 e 9.
scadenza prorogata per l’adesione al concordato
Un’altra modifica significativa riguarda la scadenza per l’adesione al concordato biennale, che è stata estesa fino al 30 settembre, rispetto alla precedente data del 31 luglio. Si conferma inoltre l’esclusione dei contribuenti forfettari da questa misura.
mantenimento dell’istituto nonostante avvisi bonari
È stato stabilito che la semplice notifica di un avviso bonario non comporterà la cessazione dell’istituto stesso; tale effetto si verificherà solamente in caso di mancato pagamento entro 60 giorni dalla ricezione dell’avviso.
esclusione dal calcolo del reddito superbonus lavoro
Per il biennio 2025-2026, sarà possibile escludere dal calcolo del reddito concordato la maxi-deduzione sui neoassunti, attualmente fissata tra il 120% e il 130%, prorogata fino al 2027 dall’ultima Legge di Bilancio.
assenza di sanatoria per il 2023
Infine, nel testo del decreto legislativo non è prevista alcuna estensione del ravvedimento speciale ai redditi relativi all’anno 2023.