Garlasco, autopsia rivela ferite di Chiara Poggi causate da un tacco

Nuove ipotesi sull’omicidio di Chiara Poggi
Il caso dell’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto nel 2007, continua a sollevare interrogativi e a rimanere avvolto nel mistero. Nonostante la condanna definitiva di Alberto Stasi, recenti analisi delle prove suggeriscono nuove piste da seguire. In particolare, una ferita compatibile con un tacco di scarpa sul corpo della vittima ha riacceso l’interesse degli inquirenti, aprendo scenari che meritano approfondimenti.
I risultati dell’autopsia su Chiara Poggi
Nella mattina del 13 agosto 2007, Chiara Poggi è deceduta a causa di una “lacerazione dell’encefalo associata alla frattura con sfondamento del cranio”. Secondo la relazione del professor Ballardini, tali lesioni sarebbero state provocate da “meccanismi contusivi reiterati mediante corpo contundente”, evidenziando un oggetto pesante utilizzato con notevole forza.
Sul viso della vittima sono state riscontrate “lesioni ecchimotico-escoriate”, suggerendo che potesse essere stata colpita prima dell’omicidio. Nonostante la violenza dell’aggressione, non sono stati trovati segni evidenti di difesa sul corpo, il che indica che Chiara non ha avuto modo di reagire. Le contusioni sulle braccia e sulle gambe potrebbero essere indicative di una caduta durante un tentativo di fuga.
Pista della ferita sulla coscia e coinvolgimento femminile
L’autopsia ha rivelato anche una ferita sulla coscia sinistra di Chiara Poggi, suscitando l’interesse degli investigatori. La relazione medico-legale suggerisce che questa lesione possa derivare “a un calettamento violento dal tacco o dalla punta di una scarpa“. Questo elemento è significativo poiché risulta incompatibile con le calzature indossate da Alberto Stasi, il cui modello non presenta tacco.
Tale incongruenza apre la possibilità che sulla scena del crimine fosse presente un’altra persona, possibilmente una donna. Gli inquirenti considerano l’ipotesi che il colpo inferto con il tacco possa rappresentare un gesto di disprezzo nei confronti della vittima mentre era ancora viva. Se confermata l’impronta del tacco, si potrebbe ipotizzare la partecipazione attiva di un complice, ampliando così le prospettive investigative sul caso.
- Chiara Poggi
- Alberto Stasi
- Professor Ballardini (medico legale)
- Donnna coinvolta (ipotetica)
- Cercatori d’evidenze forensi