Firma dell’assassino a Garlasco, oggi un passo decisivo nelle indagini

Il caso dell’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco nel 2007, sta riacquistando attenzione grazie a nuove analisi scientifiche che potrebbero fornire dettagli inediti. Dopo diciotto anni dall’evento tragico, la scena del crimine torna al centro delle indagini, con l’obiettivo di chiarire uno dei casi più controversi della giustizia italiana.
analisi della traccia 97F
Le indagini si concentrano sulla traccia 97F, una macchia di sangue trovata sul muro vicino alla tavernetta dove è stato scoperto il corpo di Chiara Poggi. Inizialmente considerata un semplice reperto ematico, le recenti tecniche investigative suggeriscono che possa rappresentare un elemento determinante per la ricostruzione dei fatti. Attraverso la Bloodstain Pattern Analysis, si ipotizza che l’impronta possa essere stata lasciata dalla mano sinistra dell’assassino durante il momento in cui ha spinto Chiara giù per le scale. La posizione della macchia, situata molto più in alto rispetto al corpo della vittima, esclude quindi Chiara come possibile autrice di quella traccia e rilancia le indagini con l’intento di identificare il colpevole attraverso ulteriori analisi genetiche e dattiloscopiche.
nuovo incidente probatorio
Un nuovo incidente probatorio è stato avviato per esaminare i reperti coinvolti nel caso. I tecnici hanno tempo fino al 24 ottobre per rispondere a cinque domande cruciali formulate dalla giudice Daniela Garlaschelli. Tra queste, spicca la richiesta di analizzare nuovamente il DNA rinvenuto sotto le unghie di Chiara Poggi; tale profilo potrebbe corrispondere a quello di Andrea Sempio, attualmente unico indagato. Il genetista Francesco De Stefano ha messo in discussione l’affidabilità dei risultati precedenti, sostenendo che i campioni siano stati compromessi e degradati.
valutazione di ulteriori reperti
Oltre alla traccia 97F, altri reperti raccolti nella casa saranno sottoposti a nuove valutazioni. Tra questi figurano confezioni alimentari come cereali e yogurt, tappetini da bagno, una tazzina e un cucchiaino. Questi oggetti sono stati raccolti seguendo procedure che ora prevedono anche consulenze investigative private. L’impronta 33 precedentemente associata a Sempio torna ad essere esaminata insieme a una traccia digitale nota come numero 10 mai collegata a nessuno finora. L’analisi approfondita di questi elementi potrebbe rivelarsi cruciale per chiarire la vicenda.
richiesta d’aiuto da parte di chiara
Un aspetto finora trascurato riguarda possibili tentativi da parte di Chiara Poggi di chiedere aiuto durante l’aggressione. Sono state trovate macchie di sangue nel vano della cornetta telefonica senza che siano stati effettuati prelievi da quel dispositivo. Inoltre, segni ematici lasciati da un piede sono stati rinvenuti nella cucina; quest’ultima stanza è stata spesso ignorata nelle ricostruzioni ma potrebbe contenere prove decisive riguardanti la presenza di più persone nell’abitazione al momento dell’omicidio.
coinvolgimento degli esperti nel caso
Nella fase attuale delle indagini sono stati chiamati esperti riconosciuti del settore investigativo italiano tra cui Luciano Garofano, ex comandante del Ris di Parma, e Giorgio Previderè genetista esperto. Questi professionisti forniranno supporto per dirimere le numerose ambiguità legate all’intero procedimento giudiziario. La Cassazione ha infatti evidenziato “ambiguità” nelle indagini condotte in passato che hanno portato alla condanna di Alberto Stasi.
- Luciano Garofano (ex comandante del Ris)
- Giorgio Previderè (genetista)
- Francesco De Stefano (consulente genetico)
A distanza quasi ventennale dall’evento tragico, ogni nuova prova acquisisce importanza fondamentale: dalla macchia ematica all’impronta dimenticata fino ai dispositivi non ancora esaminati; tutti elementi chiave per delineare un quadro più preciso su quanto accaduto quella mattina a Garlasco.