Ucraina, tregua di 30 giorni o nuove sanzioni per i leader europei

Il recente vertice dei ‘Volenterosi’ a Kiev ha portato a un’intesa tra i leader europei e gli Stati Uniti, delineando un percorso verso negoziati che prevede un cessate il fuoco incondizionato. La risposta della Russia rimane ambigua, con dichiarazioni contrastanti provenienti dall’Europa.
L’ultimatum europeo
Durante l’incontro di sabato 10 maggio, i leader europei hanno rivolto un ultimatum al presidente russo Vladimir Putin, chiedendo un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni tra Ucraina e Russia. In caso contrario, sono previsti ulteriori sanzioni. Il premier britannico Keir Starmer ha affermato che vi è una completa unità tra diversi Paesi del mondo sulla necessità di questa tregua.
“Se Putin è seriamente intenzionato alla pace, ha ora l’opportunità di dimostrarlo”, ha dichiarato Starmer, sottolineando che i leader non accettano le condizioni proposte da Mosca e sono pronti ad aumentare il supporto militare all’Ucraina se necessario.
Il ruolo degli Stati Uniti
Al termine del vertice, il ministro degli Esteri ucraino Andrii Sybiha ha comunicato che i leader europei hanno avuto una conversazione fruttuosa con il presidente statunitense Donald Trump. Gli Stati Uniti si sono impegnati a monitorare il cessate il fuoco proposto dagli alleati europei. Macron ha specificato che la tregua sarà vigilata principalmente dagli Usa, con contributi da parte europea per facilitare la ripresa dei negoziati.
La risposta del Cremlino
Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha evidenziato come le dichiarazioni provenienti dall’Europa siano spesso contraddittorie e conflittuali. Nonostante ciò, Putin si dichiara disponibile a contatti con qualsiasi leader disposto al dialogo.
Le parole di Medvedev
L’ex presidente russo Dmitry Medvedev ha espresso posizioni più dure attraverso social media, invitando i leader europei a ignorare i piani di pace proposti. Ha accusato Macron, Merz, Starmer e Tusk di minacciare la Russia invece di cercare soluzioni pacifiche.
- Keir Starmer – Premier britannico
- Volodymyr Zelensky – Presidente ucraino
- Emmanuel Macron – Presidente francese
- Donald Tusk – Premier polacco
- Friedrich Merz – Cancelliere tedesco
- Giorgia Meloni – Presidente del Consiglio italiano (partecipazione da remoto)
- Donald Trump – Presidente USA (partecipazione via telefonica)