Piano inglese per l’immigrazione: la lezione di feltri per l’italia

vittorio feltri commenta la linea del regno unito sull’immigrazione

Recentemente, Vittorio Feltri ha espresso le sue opinioni riguardo alle nuove misure sull’immigrazione adottate dal Regno Unito. Attraverso un video pubblicato su Il Giornale, il giornalista ha evidenziato l’efficacia della strategia messa in atto dal premier laburista Keir Starmer, suggerendo anche una riflessione per l’Italia.

analisi delle misure del regno unito sull’immigrazione

Feltri non ha esitato a sottolineare come il Regno Unito stia affrontando la questione dell’immigrazione con una visione chiara e pragmatica. Afferma che “L’Inghilterra ha una marcia in più” e si riferisce specificamente ai provvedimenti recenti.

A tal proposito, tra le misure più rilevanti emerge l’obbligo di conoscere la lingua inglese per chi desidera ottenere un permesso di lavoro. Secondo Feltri, questo è un requisito fondamentale per integrarsi nella comunità: “Se non sai la lingua resti avulso”.

L’argomento della qualificazione professionale viene anch’esso trattato: “Per svolgere determinati lavori è necessaria una laurea importante”. Il giornalista si interroga sul numero di italiani realmente qualificati che decidono di trasferirsi in Inghilterra, giungendo alla conclusione che siano “Pochissimi”.

differenze culturali e protezione sociale nel messaggio politico inglese

L’analisi di Feltri, Va oltre i requisiti linguistici e professionali. Il giornalista percepisce nel messaggio politico britannico una forte volontà di protezione culturale: “L’Inghilterra vuole difendere la propria società da inquinamenti considerati normali altrove”. Questa posizione è vista come coerente e necessaria.

Anche l’intento del governo britannico di regolare l’impiego dei saldì guadagnati sul territorio viene accolto positivamente: “Tutti i soldi guadagnati in Inghilterra dovrebbero essere spesi secondo criteri appropriati”. La valutazione complessiva espressa da Feltri è chiara: “Pertanto, impariamo dagli inglesi come si sta al mondo”.

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