Manuela Murgia: riapre il caso dopo 30 anni, indagato l’ex e nuove rivelazioni sul suicidio

Il caso della 16enne Manuela Murgia, trovata senza vita il 5 febbraio 1995 nel canyon di Tuvixeddu a Cagliari, sta per essere riaperto dopo trent’anni. La decisione di riaffrontare questa vicenda è stata presa dalla famiglia, che ha sempre nutrito dubbi riguardo alla versione ufficiale del suicidio. A seguito di nuove indagini, il fidanzato dell’epoca, Enrico Astero, è nuovamente sotto inchiesta.
Riapertura del caso Manuela Murgia
La famiglia di Manuela non ha mai accusato nessuno direttamente ma ha sempre sostenuto l’innocenza della giovane. L’avvocata Maria Filomena Marras rappresenta la madre e sottolinea i motivi che hanno portato alla riapertura delle indagini. Le sorelle e il fratello di Manuela, Elisabetta e Gioele, sono assistiti dagli avvocati Giulia Lai e Bachisio Mele.
Posizione del corpo e esami tecnici
Astero era già stato indagato nel 1995 e nel 2012, ma le tecniche investigative dell’epoca non avevano prodotto risultati concreti. Recentemente, l’ingegnere Stefano Ferrigno e il medico legale Roberto Demontis hanno escluso l’ipotesi della caduta come causa della morte. Secondo gli esperti, la posizione in cui è stato trovato il corpo suggerirebbe una caduta da un’altezza elevata impossibile per le condizioni riscontrate.
Esame dei vestiti di Manuela
Il 4 giugno si svolgerà un accertamento sui vestiti conservati per trent’anni nell’Istituto di medicina legale di Cagliari. Gli indumenti includono jeans chiari con rose disegnate, cintura strappata e altri capi significativi.
Mistero della cintura strappata
Uno degli elementi chiave nelle indagini è rappresentato dalla cintura strappata. La famiglia sostiene che questo possa indicare un omicidio avvenuto altrove prima del trasporto del corpo nel canyon.
- Manuela Murgia – vittima
- Enrico Astero – fidanzato dell’epoca
- Maria Filomena Marras – avvocata della madre
- Giulia Lai – avvocata delle sorelle
- Bachisio Mele – avvocato del fratello
- Stefano Ferrigno – ingegnere coinvolto nelle indagini
- Roberto Demontis – medico legale incaricato degli accertamenti