Lavoro e industria in italia: sfide ignore trump e il jobs act

La crisi del sistema produttivo italiano ha raggiunto un livello allarmante, interessando numerosi settori economici. Non solo le industrie tradizionali come la metalmeccanica, la chimica, la moda e le telecomunicazioni, ma anche il comparto agroalimentare, il commercio e il manifatturiero stanno vivendo difficoltà significative.
crisi aziendali recenti
Negli ultimi tempi, il Ministero del “Made in Italy” ha registrato una serie di crisi aziendali che coinvolgono nomi noti. Tra le aziende colpite figurano:
- Diageo, impresa di imbottigliamento piemontese
- Plasmon
- Conforama
- Vallesi, casa di moda
- Ceramica Dolomiti, Belluno
Tali situazioni hanno portato migliaia di lavoratori a unirsi ai 115.291 già in attesa di certezze sul proprio futuro professionale.
dati allarmanti sulla produzione industriale
Secondo quanto riportato dalla Cgil, la crisi dell’industria italiana è aggravata da una continua produzione negativa che dura da 26 mesi. Nel solo 2024 si è registrato un calo del fatturato pari al 4,3%, con perdite stimate superiori ai 40 miliardi di euro.
ammortizzatori sociali in aumento
I dati forniti dall’Osservatorio Statistico Inps evidenziano l’aumento preoccupante degli ammortizzatori sociali e della disoccupazione nei settori industriali. A marzo 2025 sono state autorizzate oltre 55,5 milioni di ore di ammortizzatori sociali, segnando un incremento del 66,19% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Inoltre, l’uso della cassa integrazione straordinaria nell’industria è aumentato del 147,71% rispetto a marzo 2024.
sindacati e referendum sulle politiche del lavoro
Nell’attuale scenario critico, il sindacato di Corso Italia sottolinea l’importanza della partecipazione ai referendum dell’8 e 9 giugno riguardanti le politiche lavorative e i diritti civili. L’obiettivo è riportare al centro del dibattito pubblico le condizioni materiali che riguardano milioni di cittadini, promuovendo lavori dignitosi e sicuri.
necessità di un dibattito ampio sulle politiche economiche
Sorge quindi l’esigenza di avviare un ampio confronto sulle politiche economiche adottate negli ultimi decenni dai vari governi. È fondamentale superare una narrazione spesso infondata riguardo al presunto boom occupazionale e alla crescita dei salari sostenuti dall’attuale esecutivo. Le radici della crisi sono strutturali e non possono essere attribuite esclusivamente alle decisioni commerciali dell’attuale presidente degli Stati Uniti o a leggi obsolete come il “Jobs Act”.
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