La barba di San Pietro e il perché i papi la rasano

La barba, simbolo di saggezza e autorità, ha avuto un ruolo significativo nella storia religiosa. Sebbene spesso associata a figure come monaci e patriarchi ortodossi, essa è quasi assente tra i papi. Questo fenomeno non è frutto di scelte personali o mode, ma deriva da precise decisioni culturali e teologiche.

I papi con la barba

I pochi papi barbuti nella storia sono davvero rari. Il più famoso è Giulio II, eletto nel 1503, che scelse di farsi crescere la barba durante una campagna militare come segno di penitenza. Nei ritratti realizzati da Raffaello, appare con una barba bianca ben curata, rendendolo facilmente riconoscibile.

Un altro esempio significativo è Clemente VII, che nel 1527 adottò la barba dopo il Sacco di Roma per esprimere lutto e espiazione. Anche se non mantenne questa scelta per tutto il pontificato, rappresentò un’eccezione importante. Dopo questi due casi, la presenza della barba scomparve quasi completamente dai volti papali.

L’unico papa successivo ad aver avuto un pizzetto fu Antonio Pignatelli (Innocenzo XII), eletto nel 1691. Alcuni pontefici dell’Ottocento furono ritratti con baffi o pizzetti nella giovinezza, ma da papi mantennero l’immagine rasata consolidata nel tempo.

I motivi dietro l’assenza della barba

L’assenza della barba tra i pontefici ha anche radici politiche. A differenza dei patriarchi orientali, i papi romani hanno scelto di rappresentare sobrietà e ordine attraverso la rasatura. Questo gesto ha funzionato come codice visivo per comunicare serietà e uniformità all’interno della Chiesa occidentale.

Al Conclave 2025 molti cardinali con la barba

Durante il conclave del 2025, si prevede la presenza di numerosi cardinali con la barba:

  • Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme;
  • Joseph Coutts, arcivescovo metropolita emerito di Karachi;
  • José Cobo Cano, arcivescovo metropolita di Madrid;
  • Mykola Bychok, vescovo eparchiale a Melbourne;
  • Berhaneyesus Demerew Souraphiel, arcivescovo metropolita di Addis Abeba;
  • Arlindo Gomes Furtado, vescovo di Santiago de Cabo Verde;
  • Cristóbal López Romero, arcivescovo di Rabat;
  • Vicente Bokalic Iglic, arcivescovo primate d’Argentina;
  • Cleemis Baselios, arcivescovo maggiore in India;
  • Dominique Joseph Mathieu, arcivescovo in Iran;
  • Fabio Baggio, sotto-segretario del Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale.

La loro presenza segnala un cambiamento nei codici visivi ecclesiali; il volto barbuto sta perdendo il suo tabù. Sebbene la barba non definisca automaticamente un Papa, potrebbe contribuire a restituire alla figura papale un’immagine più autentica.