Garlasco: perquisizioni e dichiarazioni dei genitori di Chiara Poggi

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Le indagini sull’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto nel 2007, sono state riaperte dopo diciotto anni grazie a una nuova testimonianza che ha suscitato un rinnovato interesse. Questo caso, che ha attirato l’attenzione dell’opinione pubblica, si concentra ora su un canale situato a Tromello, nei pressi di Garlasco. Le autorità hanno deciso di tornare sul luogo del delitto per effettuare operazioni di dragaggio, con l’intento di rintracciare possibili elementi rimasti sommersi nel corso degli anni.

riapertura delle indagini e nuove testimonianze

La riapertura delle indagini è stata innescata da una segnalazione emersa durante la trasmissione televisiva “Le Iene”. Un testimone ha affermato di aver visto una donna gettare un oggetto metallico nel canale. Questa donna è stata identificata come Stefania Cappa, cugina della vittima Chiara Poggi. Anche se attualmente non è sotto indagine, la sua testimonianza ha attirato l’attenzione della procura di Pavia, che sta conducendo ulteriori accertamenti.

perquisizioni e dichiarazioni della famiglia Poggi

Tra le varie ipotesi emerse durante le indagini c’è quella che l’oggetto possa essere un attizzatoio da camino. La madre di Chiara ha voluto chiarire la situazione dichiarando: “Tutti gli attrezzi del camino ci sono ancora, l’attizzatoio che avevamo allora c’è ancora adesso”. Queste parole seguono le recenti perquisizioni condotte dai carabinieri presso le abitazioni legate al caso.

persone coinvolte nelle perquisizioni

  • Andrea Sempio (ex indagato)
  • Roberto Freddi (amico)
  • Mattia Capra (amico)

La famiglia Poggi ha sempre distinto tra i nomi emersi nelle indagini. Hanno difeso l’estraneità di Andrea Sempio, amico del fratello Marco, mentre hanno sempre considerato Alberto Stasi, ex fidanzato di Chiara e condannato a sedici anni di carcere, come il principale responsabile dell’omicidio.

dichiarazioni legali e futuro delle indagini

Andrea Sempio continua a proclamare la propria innocenza. Il suo legale, Massimo Lovati, ha sottolineato che il suo assistito è “sereno come sempre” e definito l’attuale azione investigativa come “un’indagine tradizionale”. Inoltre, Lovati ha evidenziato che non è a conoscenza dei dettagli specifici riguardanti l’oggetto ricercato.

L’incertezza ora riguarda se le operazioni di dragaggio porteranno a risultati concreti o se questo tentativo si aggiungerà alle numerose ipotesi irrisolte. Nonostante la condanna definitiva inflitta a Stasi, il caso Poggi rimane un enigma per la giustizia italiana.