Elezione papa, chi è il cardinale willem eijk nel conclave

La figura del cardinale olandese Willem Eijk, 71 anni, emerge come un potenziale punto di riferimento nel conclave del 2025 per l’elezione del nuovo Papa. Le sue esperienze personali e professionali lo rendono capace di mediare tra diverse prospettive culturali e religiose. Cresciuto in una famiglia con un padre protestante e una madre cattolica, Eijk ha sviluppato una visione unica che potrebbe rivelarsi cruciale in questo contesto.

Gli studi in medicina

Dopo aver conseguito la laurea in medicina nel 1978 presso l’Università di Amsterdam, Eijk intraprese il cammino verso il sacerdozio iscrivendosi al seminario maggiore. Parallelamente continuò gli studi in etica medica all’Università di Leida e lavorò come medico internista. Ordinato sacerdote nel 1985, ottenne successivamente un dottorato in medicina con una tesi critica sull’eutanasia nei Paesi Bassi.

Nel 1990 si trasferì a Roma per conseguire la licenza in teologia morale e un dottorato in filosofia all’Università di San Tommaso d’Aquino (Angelicum). Arricchì la sua formazione con ulteriori studi alla Pontificia Università Lateranense. Ha insegnato teologia morale sia nei Paesi Bassi che in Svizzera ed è stato cofondatore di un’associazione dedicata all’etica medica, nonché membro della Commissione Teologica Internazionale dal 1997 al 2000.

Nel 1999 fu consacrato vescovo da mons. Franciscus Wiertz di Roermond e guidò la diocesi di Groninga-Leeuwarden per sette anni. Durante il suo ministero si concentrò sulla crescente secolarizzazione della società olandese, affrontando anche sfide personali legate alla salute dopo essere stato colpito da un ematoma subdurale nel 2001. Riprese comunque con determinazione il servizio episcopale.

Nel 2007 Benedetto XVI lo nominò arcivescovo metropolita di Utrecht; negli anni successivi contribuì alla pubblicazione di un manuale di etica medica cattolica nel 2010 e venne eletto presidente della Conferenza Episcopale dei Paesi Bassi nel 2011. È membro stimato della Pontificia Accademia per la Vita ed è stato creato cardinale presbitero da Benedetto XVI nel 2012.

Il ruolo nella ‘tempesta’ della chiesa olandese

La Chiesa nei Paesi Bassi ha vissuto profondi cambiamenti post-Concilio Vaticano II, caratterizzati da una forte secolarizzazione e dalla chiusura delle parrocchie. In questo contesto difficile, il cardinale Eijk ha cercato di diffondere il messaggio evangelico tra i fedeli, riconoscendo al Concilio Vaticano II un’importanza fondamentale per la Chiesa stessa.

Nonostante le difficoltà iniziali nell’aumento delle vocazioni nella sua arcidiocesi, negli ultimi dieci anni si è registrata una stabilizzazione del numero dei sacerdoti, segno dell’impegno profuso dal cardinale Eijk.

  • Fedele dottrinalmente
  • Impegno pro-life
  • Devozione mariana
  • Riscoperta dell’Eucaristia
  • Catechesi familiare ed evangelizzazione personale

Nonostante decisioni difficili come la chiusura di parrocchie, ha sempre cercato il dialogo con le comunità locali mantenendo fermo l’insegnamento della dottrina cattolica. Difende i principi fondamentali come l’indissolubilità del matrimonio tra uomo e donna e oppone rispetto alle benedizioni delle coppie omosessuali.

È noto anche per la sua sensibilità verso i rifugiati cristiani perseguitati e per le sue posizioni chiare sulle differenze tra Cristianesimo e Islam. Durante la pandemia ha sostenuto attivamente la vaccinazione come “dovere morale” per proteggere la salute pubblica.

Parla fluentemente oltre all’olandese anche italiano e inglese, dimostrando così una notevole apertura culturale che arricchisce ulteriormente il suo profilo ecclesiastico.