Deforestazione in europa colpisce il settore di santa croce sull’arno secondo buti

regolamento europeo contro la deforestazione
Il Regolamento dell’Unione Europea volto a combattere la deforestazione presenta aspetti positivi, ma evidenzia anche alcune criticità inaccettabili. Tra queste si segnala l’obbligo di tracciabilità delle pelli, che potrebbe danneggiare le realtà produttive virtuose del territorio.
intervento del ministro dell’ambiente
Questa posizione è stata espressa dal consigliere comunale con delega alla sensibilizzazione ambientale, Annalisa Buti, in seguito alle dichiarazioni del ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin. Le osservazioni sono state riprese e sostenute dal capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Marco Stella.
critiche al regolamento attuale
Buti ha sottolineato che legiferare sul settore conciario all’interno di un regolamento anti-deforestazione senza differenziare tra le filiere realmente impattanti e quelle sostenibili rischia di arrecare danni economici significativi a un’intera filiera. Questa necessità di tutela è fondamentale per valorizzare le produzioni locali.
sostenibilità della filiera conciaria
Le concerie italiane operano secondo i principi dell’economia circolare, utilizzando materie prime seconde provenienti dalla filiera delle macellazioni. Ignorare il valore del cuoio italiano come esempio di recupero virtuoso può portare a conseguenze negative. La normativa vigente potrebbe penalizzare chi produce in modo etico e sostenibile.
conseguenze economiche e occupazionali
L’intervento di Marco Stella ha messo in evidenza che questo regolamento potrebbe risultare estremamente svantaggioso per un settore riconosciuto come eccellenza italiana nella moda, nell’automotive e nel design. Santa Croce sull’Arno rappresenta uno dei centri principali per questa industria.
- Annalisa Buti – Consigliere Comunale
- Gilberto Pichetto Fratin – Ministro dell’Ambiente
- Marco Stella – Capogruppo Forza Italia in Consiglio Regionale
Legiferare senza considerare le specificità del settore potrebbe avere ricadute occupazionali ed economiche gravi per l’indotto conciario italiano, favorendo paradossalmente Paesi extra-UE con standard ambientali inferiori. È essenziale garantire che una normativa concepita con buone intenzioni non comprometta un distretto produttivo fondato sulla sostenibilità.