Ceto medio in Italia: due italiani su tre temono per il futuro dei figli

ritratto del ceto medio italiano
Il secondo rapporto Cida-Censis, intitolato ‘Rilanciare l’Italia dal ceto medio. Riconoscere competenze e merito, ripensare fisco e welfare’, offre una panoramica approfondita sulle condizioni attuali del ceto medio in Italia. Questo studio è stato commissionato dalla Confederazione italiana dei dirigenti e delle alte professionalità (Cida) e presentato durante un convegno alla Camera dei Deputati.
percezione del ceto medio
Secondo il rapporto, due italiani su tre si identificano come appartenenti al ceto medio, ma oltre la metà esprime preoccupazione per le prospettive future dei propri figli. Più dell’80% degli intervistati lamenta che il valore delle proprie competenze non viene adeguatamente riconosciuto nel reddito percepito. Inoltre, oltre il 70% degli individui richiede una riduzione delle tasse sui redditi lordi.
interventi significativi
Il convegno ha visto la partecipazione di diverse personalità politiche e professionali, tra cui:
- Paolo Barelli – Capogruppo di Forza Italia alla Camera
- Antonio Tajani – Vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Affari esteri
- Maurizio Leo – Viceministro dell’Economia e delle finanze
- Gabriele Fava – Presidente Inps
- Renato Loiero – Consigliere del Presidente del Consiglio
- Elena Bonetti – Deputata
- Luigi Marattin – Deputato
- Annarita Patriarca – Deputata
- Walter Rizzetto – Deputato
sostenibilità economica del ceto medio
L’analisi mette in luce una contraddizione centrale: il ceto medio italiano possiede un capitale culturale significativo, ma questo non si traduce in ritorni economici adeguati. Il 66% degli italiani si identifica nel ceto medio; Più dell’82% denuncia l’assenza di riconoscimento per il merito e le competenze acquisite. Questa discrepanza crea una frattura tra capitale umano ed economico.
difficoltà economiche recenti
Nell’arco degli ultimi anni, oltre la metà della popolazione italiana ha visto stagnare o diminuire il proprio reddito. Solo il 20% riporta segnali di miglioramento. La situazione attuale porta a una riduzione dei consumi da parte del 45% degli italiani, generando un malessere sociale diffuso che compromette le aspettative future.
speranze per i giovani
A fronte di queste difficoltà, il 50% dei genitori teme che i propri figli vivranno in condizioni economiche inferiori rispetto alle loro. Nonostante ciò, il ceto medio continua a investire nel futuro dei giovani: circa il 67% sostiene spese straordinarie per garantire opportunità ai propri figli.
sostegno intergenerazionale e insicurezza sociale
Anche i pensionati contribuiscono significativamente al supporto delle famiglie: il 47% aiuta regolarmente figli o nipoti. Solo il 52% si sente protetto dalle reti di welfare pubbliche; molti vivono nell’ansia o nell’insicurezza economica. La capacità di risparmio è diminuita drasticamente per quasi la metà della popolazione.
welfare pubblico insufficiente
Sempre più persone giudicano inadeguate le misure di welfare pubblico; solo il 18% ritiene sufficiente quanto offerto dallo Stato. Di conseguenza, cresce l’interesse verso forme di welfare integrativo: circa il 45% possiede polizze sanitarie o fondi pensione privati.
- Cida-Censis evidenzia quindi una crescente disuguaglianza tra chi può permettersi protezioni private e chi rimane scoperto.
- L’importanza di ascoltare le esigenze del ceto medio diventa cruciale per mantenere coesione sociale e stabilità economica.