Terapia italiana e app per cheratite da acanthamoeba secondo sifi

innovazione nella terapia della cheratite da acanthamoeba
Un’importante testimonianza proviene dal settore farmaceutico italiano riguardo a un nuovo farmaco per la cura della cheratite da Acanthamoeba, una patologia rara che presenta sfide significative in termini di diagnosi e trattamento. Fabrizio Chines, presidente e amministratore delegato di Sifi, ha condiviso dettagli cruciali durante l’evento ‘Salute e sanità, il doppio binario’, tenutosi a Roma presso il Palazzo dell’Informazione Adnkronos.
problematiche associate alla patologia
La cheratite da Acanthamoeba è spesso diagnosticata erroneamente, portando i pazienti a ricevere terapie inadeguate. Questa condizione è particolarmente prevalente tra i giovani a causa dell’uso improprio delle lenti a contatto. In Germania, ad esempio, i pazienti necessitano di un ricovero di sette giorni con somministrazioni intensive di farmaci off-label.
risultati positivi grazie al nuovo farmaco
Grazie all’introduzione del nuovo farmaco e alla standardizzazione del protocollo terapeutico, è stato possibile migliorare significativamente la qualità della vita dei pazienti. Questi ora possono beneficiare di trattamenti meno invasivi e tornare alle loro attività quotidiane senza la necessità di ospedalizzazione prolungata.
sviluppo tecnologico per il supporto del paziente
Sifi ha anche sviluppato una companion app che aiuta i pazienti a seguire correttamente il protocollo terapeutico. Questa applicazione non solo facilita l’aderenza alla terapia ma consente anche ai medici di monitorare l’efficacia del trattamento. L’app offre informazioni preziose che riducono la necessità di interazioni frequenti con il medico.
- Fabrizio Chines – Presidente Sifi
- Agenzia Europea dei Medicinali (EMA)
- Pazienti affetti da cheratite da Acanthamoeba
- Medici specialisti nel campo oftalmologico
L’approvazione del farmaco da parte dell’EMA rappresenta un passo fondamentale verso una gestione più efficace della cheratite da Acanthamoeba, contribuendo così al miglioramento della qualità della vita dei pazienti colpiti.