Israele potrebbe saltare la biennale di venezia 2026 ecco i motivi

La situazione riguardante la partecipazione di Israele alla Biennale di Venezia si presenta complessa e incerta. Le recenti notizie indicano che il governo israeliano sta cercando di rinnovare il proprio padiglione, ma i tempi per completare i lavori rimangono indefiniti.
Partecipazione di Israele alla Biennale
Secondo quanto riportato da ‘Haaretz’, la presenza di Israele alla 61esima Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia del 2026 è attualmente in discussione. Il governo sta lavorando per garantire il rinnovo del padiglione, ma nel frattempo, Israele non parteciperà nemmeno alla Biennale di Architettura del 2025, prevista per il prossimo 10 maggio. La Biennale ha chiarito che “i padiglioni nazionali sono entità autonome” nelle loro decisioni artistiche e organizzative.
Edizioni precedenti e controversie
Il padiglione israeliano è stato chiuso durante l’inaugurazione della Biennale Arte del 2024 dall’artista Ruth Patir, che ha dichiarato che la mostra sarebbe riaperta solo dopo un accordo tra il governo israeliano e Hamas, condizioni che non si sono realizzate. Questo padiglione ha suscitato notevoli polemiche, con migliaia di artisti che hanno firmato una lettera definendolo “genocida”. Attualmente, Israele sembra essere escluso anche dalla prossima Biennale Arte del 2026.
Problemi finanziari e rallentamenti
Secondo Naama Riba di ‘Haaretz’, i ministeri della Cultura e degli Esteri stanno co-gestendo il progetto di ristrutturazione del padiglione. Le difficoltà economiche hanno rallentato i progressi al punto da compromettere la preparazione per la Biennale del 2026. Il ministero degli Esteri ha segnalato problemi relativi al budget già fissato e attende ancora un programma definitivo per i lavori.
Scadenze per la Biennale
La scadenza ufficiale per la presentazione dei progetti da parte dei vari paesi non è stata ancora comunicata dalla Biennale. La mostra avrà inizio solo dopo il 9 maggio 2026. Nel frattempo, diverse nazioni hanno già iniziato a delineare le loro esposizioni; tra queste spiccano i progetti del Regno Unito e della Francia, rispettivamente curati da Lubaina Himid e Yto Barrada. È importante notare come le dinamiche geopolitiche possano influenzare significativamente le partecipazioni alle mostre internazionali; ad esempio, la Russia è assente dalla manifestazione dall’inizio del conflitto in Ucraina.