Guerina uccisa 11 anni fa, conto corrente bloccato dalla banca

il caso di guerrina piscaglia e le complicazioni burocratiche
Il caso di Guerrina Piscaglia continua a sollevare interrogativi non solo sul piano legale, ma anche su quello burocratico. Nonostante la sentenza che ha condannato padre Graziano per l’omicidio avvenuto nel 2014, il certificato di morte della vittima non è stato emesso, creando una situazione complessa per i suoi familiari.
la condanna e la mancanza del corpo
Secondo quanto stabilito dalla giustizia, Guerrina Piscaglia è stata uccisa da Gratien Alabi il primo maggio 2014. Poiché il suo corpo non è mai stato rinvenuto, rimane in sospeso la questione del suo status anagrafico. Questo implica che i risparmi della donna siano bloccati e che la sua famiglia non possa procedere con le pratiche di successione.
le complicazioni amministrative
L’istituto bancario ha richiesto il certificato di morte per poter trasferire i fondi ai familiari, ma senza tale documento ufficiale, le pratiche sono ferme. Guerrina è stata dichiarata assente dall’anagrafe nazionale, ma manca un atto formale che ne certifichi il decesso. Per ottenere questo riconoscimento legale è necessario seguire un iter chiamato “dichiarazione di morte presunta”, che richiede specifici passaggi in tribunale.
le cause civili contro la chiesa
Nelle ultime settimane si sono svolte due distinte cause civili promosse dai familiari contro la Chiesa. Il giudice Fabrizio Pieschi deve decidere se l’istituzione ecclesiastica debba risarcire i familiari della vittima, dato che l’autore del reato era un ministro della Chiesa.
richiesta di risarcimento e responsabilità oggettiva
I familiari richiedono un risarcimento pari a un milione di euro. Gli avvocati Francesca Faggiotto e Nicola Detti sostengono le loro argomentazioni in questa causa senza precedenti a livello mondiale. La responsabilità oggettiva invocata implica una chiamata in causa dell’ente ecclesiastico per cui operava il prete coinvolto nell’omicidio.
- Guerrina Piscaglia
- Gratien Alabi (padre Graziano)
- Mirko Alessandrini (marito)
- Lorenzo (figlio)
- Francesca Faggiotto (avvocato)
- Nicola Detti (avvocato)
- Fabrizio Pieschi (giudice)
difficoltà investigative e attesa del verdetto
Sebbene ci sia stata una condanna basata su prove indirette come tracciamenti telefonici ed errori nei messaggi inviati dal cellulare di Guerrina, molti aspetti rimangono irrisolti. Non ci sono testimoni diretti né tracce fisiche dell’omicidio, rendendo difficile arrivare a una conclusione definitiva sulla vicenda.