Ex bianconero sfida le etichette di traditore e mercenario

gianluca zambrotta: retroscena sulla carriera e la condizione fisica
Nell’ambito del calcio italiano, l’ex giocatore della Juventus, Gianluca Zambrotta, si distingue per il suo straordinario percorso sportivo. Campione del mondo nel 2006 e vincitore di numerosi scudetti con Juventus e Milan, ha saputo combinare una notevole forza fisica con un’intelligenza tattica superiore. Oggi, all’età di 48 anni, Zambrotta continua a essere un punto di riferimento non solo per i suoi successi sul campo ma anche per le sue problematiche legate alla salute, che lo hanno reso un soggetto di studio nella medicina sportiva.
un campione che ha segnato un’epoca
Durante un’intervista rilasciata al podcast Bsmt condotto da Gianluca Gazzoli, Zambrotta ha dichiarato: “Nel corso della mia carriera non ho subito gravi infortuni. Ho affrontato tre operazioni ai menischi interni, considerati interventi relativamente semplici rispetto a quelli su crociati o legamenti. Attualmente non ho menischi né a sinistra né a destra; col passare del tempo le mie gambe si sono arcuate. Oggi rappresento un caso da laboratorio per molti chirurghi.”
I medici si sorprendono: “Come fa a camminare?”
La condizione di varismo, caratterizzata dalla curvatura delle gambe dovuta all’assenza dei menischi e da fattori genetici, ha trasformato Zambrotta in un caso clinico intrigante per specialisti del settore. Egli stesso afferma: “I chirurghi mi osservano increduli e si chiedono come riesca a camminare. La situazione è peggiorata nel tempo sia per predisposizioni genetiche sia per la mancanza dei menischi interni. Forse avrei dovuto intervenire prima.”
L’ex calciatore ha poi spiegato il tipo di intervento necessario: “Dovrò sottopormi a una osteotomia che prevede il raddrizzamento delle gambe tramite piccole resezioni ossee e l’inserimento di placche, evitando così una protesi totale immediata, sebbene questa possa diventare necessaria tra qualche anno.”
Zambrotta ha ricordato momenti significativi della sua carriera: “Lo scudetto del 5 maggio 2002 è stato particolarmente emozionante; i giocatori dell’Inter temevano noi.”
Sul lato amaro della sua esperienza calcistica, Zambrotta ha aggiunto: “La finale di Champions persa contro il Milan nel 2003 è stata devastante; ci mancava Nedved, che era fondamentale.”
Infine, una riflessione personale sull’accusa di tradimento ricevuta nel corso degli anni: “Non sono sceso in Serie B come altri perché non ho mai avuto proposte contrattuali durature; mi dispiace essere etichettato ancora oggi come mercenario.”
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