Eredità 2025: guida completa sulle nuove regole dell’imposta di successione

Dal 1 gennaio 2025, la gestione dell’imposta di successione subirà un cambiamento significativo. Non sarà più l’Agenzia delle Entrate a calcolare e richiedere tale imposta, ma saranno i contribuenti a dover procedere autonomamente con l’autoliquidazione.

Questa modifica è stata introdotta dal decreto legislativo n. 139/2024, evidenziando un maggiore coinvolgimento dei contribuenti. Questi ultimi dovranno calcolare l’importo dovuto basandosi sulla dichiarazione di successione presentata.


Termini di pagamento dell’imposta di successione

I termini per il versamento dell’imposta di successione sono chiari: essa dovrà essere versata entro 90 giorni dalla scadenza per la presentazione della dichiarazione di successione, che deve avvenire entro 12 mesi dalla data di apertura della successione. Ad esempio, nel caso in cui il decesso si verifichi il 15 marzo 2025, la dichiarazione dovrà essere presentata entro il 15 marzo 2026 e il saldo dell’imposta entro il 15 giugno 2026.


Aliquote e esenzioni applicabili

Una circolare recente dell’Agenzia delle Entrate ha chiarito le aliquote applicabili e le esenzioni per i familiari più prossimi. Sono state stabilite anche le tariffe progressive per coloro che non rientrano nelle categorie esenti.

L’obiettivo della riforma è quello di semplificare le procedure burocratiche, riducendo al contempo le sanzioni per eventuali errori o ritardi a partire dal 1 settembre 2024. Chi commette errori nella determinazione dell’imposta o nella presentazione dei documenti, se agisce in “buona fede”, potrà beneficiare di sanzioni ridotte.

È essenziale conservare tutte le prove necessarie a giustificare la valutazione dei beni ereditati, in particolare per immobili, investimenti finanziari o oggetti di valore. L’intero processo diventa così più trasparente, ma richiede una pianificazione meticolosa, spesso con l’assistenza di consulenti fiscali, per prevenire controversie.


Criteri per individuare gli uffici competenti e residenza fiscale

Nella stessa circolare viene specificato come identificare l’ufficio territoriale competente. In caso di decesso di un residente in Italia, sarà competente l’ufficio dell’ultimo luogo di residenza del defunto.

I cittadini italiani residenti all’estero devono invece fare riferimento all’ultimo domicilio italiano noto o, in mancanza, all’ufficio situato a Roma. Questo criterio è stato pensato per semplificare la gestione delle pratiche amministrative .

Sarà fondamentale allegare alla dichiarazione di successione ogni documento notarile, inventario dei beni e valutazioni certificate, soprattutto nel caso di patrimoni complessi. In presenza di eredità condivise , ogni erede dovrà versare la propria parte proporzionale dell’imposta successoria.

A fronte delle nuove normative introdotte, risulta consigliabile iniziare le procedure con largo anticipo. Sarà utile sfruttare i 12 mesi disponibili strong >per raccogliere la documentazione necessaria e ottenere valutazioni precise al fine d’evitare sanzioni; sono previste comunque alcune tolleranze.