Rottamazione quater: ultimi giorni per riammettersi e non perdere l’occasione

La scadenza per la rottamazione quater si avvicina rapidamente, con solo due giorni rimasti (mercoledì 5 marzo) per consentire ai beneficiari di saldare i pagamenti e regolarizzare le proprie posizioni debitorie. Il mancato rispetto di questa scadenza comporterà la revoca del beneficio.

Le norme del Milleproroghe sono applicabili esclusivamente a coloro che hanno già perso il beneficio, prevedendo una possibilità di riammissione. Il termine attuale riguarda soltanto chi è ancora in fase di pagamento e necessita di agire tempestivamente.


scadenza della rottamazione quater e possibilità di proroga

L’ultima rata per estinguere il debito nell’ambito della rottamazione quater sta per giungere al termine. Inizialmente, la data limite era fissata al 28 febbraio, ma grazie a una tolleranza di cinque giorni, il termine finale è stato posticipato al 5 marzo.


I cittadini che non riescono a rispettare i termini di pagamento e non effettuano il versamento entro mercoledì possono richiedere in seguito una proroga, ottenendo così una nuova opportunità di riammisione. Nel frattempo, si discute attivamente in parlamento riguardo alla possibilità di dilazionare i pagamenti su un periodo di dieci anni.

Matteo Salvini, viceministro, sottolinea l’importanza dell’estensione dei termini e della rateizzazione prolungata – nonostante le obiezioni da parte di alcune organizzazioni sindacali – per garantire supporto ai debitori e facilitare la regolarizzazione delle loro posizioni fiscali.

I vantaggi della cancellazione dei debiti senza interessi

rimborso a un periodo di diez anni, risulta cruciale sia per i debitori sia per lo Stato italiano.


Anche attendendo dieci anni, l’Erario potrebbe incassare somme maggiori rispetto all’applicazione degli interessi, permettendo ai debitori di onorare l’importo effettivamente dovuto.

Secondo Giancarlo Giorgetti, tale approccio potrebbe rivelarsi controproducente. Infatti, alcuni “furbetti” potrebbero sfruttare questa situazione per procrastinare intenzionalmente o strategicamente i pagamenti dei propri debiti in attesa di ulteriori agevolazioni fiscali.