Riarmo unione europea divide il pd, schlein sotto pressione per un confronto

Contenuti dell'articolo

La recente votazione sul piano ReArmEu a Strasburgo ha evidenziato una netta divisione all’interno del Partito Democratico (Pd). Questo evento ha messo in luce le tensioni interne e le divergenze di opinione tra i membri del partito, segnando una fase critica nella gestione della segretaria Elly Schlein.

Divisioni interne al Pd sul piano ReArmEu

La questione della Difesa europea ha creato fratture significative tra gli europarlamentari dem. Durante il voto, si sono registrati 10 voti favorevoli e 11 astenuti, non semplicemente un pareggio, ma una vera e propria spaccatura politica. I rappresentanti riformisti hanno espresso il loro sostegno al piano, mentre Nicola Zingaretti ha tentato fino all’ultimo di orientare il gruppo verso l’astensione per evitare un voto contrario.

La posizione della segretaria dem

Dopo la votazione, la segretaria Schlein ha ribadito le sue critiche sul piano ReArmEu, affermando che “quel piano va cambiato” e promettendo un impegno costante per apportare modifiche necessarie. Questo dibattito interno è giunto fino al Nazareno, riaccendendo discussioni su un possibile Congresso.

Chi ha votato sì e chi si è astenuto

I sostenitori del sì includono figure di spicco come:

  • Stefano Bonaccini (presidente del partito)
  • Antonio Decaro
  • Giorgio Gori
  • Elisabetta Gualmini
  • Giuseppe Lupo
  • Pierfrancesco Maran
  • Alessandra Moretti
  • Pina Picierno
  • Irene Tinagli
  • Raffaele Topo

I membri che si sono astenuti comprendono:

  • Nicola Zingaretti
  • Lucia Annunziata
  • Brando Benifei
  • Annalisa Corrado
  • Camilia Laureti
  • Dario Nardella
  • Matteo Ricci
  • Sandro Ruotolo li >
  • Cecilia Strada li >
  • Marco Tarquinio li >
  • Alessandro Zan li >

Discussioni interne e richieste di confronto

Lia Quartapelle ha sottolineato la necessità di avviare un confronto interno per chiarire la posizione del partito. Altri esponenti come Piero Fassino e Marianna Madia hanno condiviso l’importanza di discutere apertamente le questioni senza ambiguità.

Risposta di Boldrini ai riformisti

A Laura Boldrini non è sfuggita la situazione: “Avrei preferito che il gruppo del Pd al Parlamento europeo votasse compatto per l’astensione”. Anche Gianni Cuperlo ha chiesto una discussione seria, mentre Andrea Orlando ha proposto un Congresso tematico per facilitare il dialogo all’interno del partito.