Il problema dell’esercito europeo secondo feltri

Le opinioni di Vittorio Feltri sull’esercito comune europeo in Ucraina
Il tema della creazione di un esercito comune europeo per intervenire in Ucraina ha suscitato forti reazioni, tra cui quelle di Vittorio Feltri. Nel suo editoriale pubblicato su Il Giornale, il giornalista ha espresso il proprio parere critico riguardo all’idea di schierare truppe europee nel Paese ucraino, evidenziando le difficoltà e i problemi legati a questa proposta.
Vittorio Feltri: l’impossibilità di un esercito coeso
Nell’ambito del consueto scambio con i lettori, Feltri ha analizzato l’ipotesi di un esercito comune da inviare in Ucraina. Secondo il suo punto di vista, la creazione di un vero esercito europeo risulta complicata. Pur riconoscendo che è possibile aggregare i contingenti dei vari Stati membri, ha sottolineato che non si tratterebbe mai di una forza armata realmente unita. “Non sarebbe un vero e proprio esercito”, ha affermato, “capace di comunicare in modo uniforme”.
Feltri ha anche spiegato che ogni nazione possiede metodi distintivi per l’addestramento e la preparazione militare. Per formare un esercito europeo autentico, è fondamentale che i soldati provenienti da diversi paesi siano addestrati secondo standard comuni. Solo così si potrebbe garantire una reale coesione operativa.
L’ostacolo principale alla formazione dell’esercito comune
L’aspetto più critico nella realizzazione di un esercito comune, secondo Feltri, riguarda la mancanza del capitale umano necessario. Il giornalista ha messo in evidenza come attualmente ci sia scarso interesse tra gli individui ad arruolarsi nelle forze armate o a partecipare a conflitti. “La motivazione deve essere fortissima”, ha affermato, avvertendo che senza una reale volontà da parte delle persone, qualsiasi iniziativa risulterebbe inefficace.
Feltri conclude sostenendo che nemmeno l’introduzione della leva obbligatoria potrebbe risolvere il problema: “Gli eserciti non possono essere composti da aspiranti disertori”. Le sue osservazioni pongono interrogativi sulle proposte attuali riguardanti il riarmo e la mobilitazione delle forze militari europee.
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