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Interazioni con chatbot e Intelligenza Artificiale sui social media

Recentemente, si è assistito all’emergere di chatbot basati su Intelligenza Artificiale (AI) nei social media, in particolare su piattaforme come Facebook e Instagram. Questi nuovi strumenti, noti come “profili sintetici”, sono il risultato delle avanzate capacità linguistiche di modelli AI come Llama, sviluppati da Meta. Gli utenti potranno interagire con questi profili attraverso strumenti di messaggistica come Messenger.
Tale innovazione rappresenta un cambiamento significativo nel modo in cui le persone utilizzano i social media. I chatbot non solo simulano conversazioni umane ma sono progettati per avere specifiche caratteristiche comunicative e conoscenze, rendendo l’interazione con essi quasi personale. Si è già osservata una prova di concept su Instagram, dove chatbot associati a celebrità hanno ottenuto un buon riscontro e hanno spinto Meta a esplorare ulteriormente questa tecnologia.

I potenziali rischi delle interazioni artificiali

L’introduzione di chatbot comporta anche dei rischi. In un caso tragico, una donna in Florida ha intentato causa contro Character.ai dopo il suicidio del suo figlio, avvenuto a seguito di lunghe conversazioni con un chatbot. Questo mette in evidenza i pericoli connessi all’interazione con entità virtuali. Oltre a queste situazioni estreme, esiste il rischio di un effetto “slop”, un aumento di contenuti di bassa qualità generati artificialmente che affollano le piattaforme social. Questo potrebbe trasformare i social media, originariamente progettati per interazioni umane autentiche, in spazi dedicati a monologhi tra individui e macchine.
È previsto che ogni contenuto creato tramite AI sia etichettato con la dicitura “Made with AI”. Rimane da considerare quanto gli utenti siano capaci di mantenere una consapevolezza critica nell’interagire con profili programmati, che possono tentare di compiacere e manipolare gli utenti, rendendo tali relazioni potenzialmente pericolose.