Sanità in Emilia-Romagna: I reumatologi chiedono un potenziamento dei servizi sul territorio

Contenuti dell'articolo

Il progetto nazionale ‘RheumAware’ si propone di affrontare le problematiche legate all’assistenza sanitaria per i pazienti con malattie reumatologiche, in particolare nella Regione Emilia-Romagna. Nonostante i buoni servizi già implementati, risulta fondamentale adottare miglioramenti organizzativi per massimizzare l’uso delle risorse e ottimizzare la distribuzione sanitaria sul territorio.

iniziative attuali e future

In Regione Emilia-Romagna, sono in fase di attuazione cambiamenti significativi, inclusi strumenti digitali per ottimizzare l’attività clinica. Tali strumenti, come il triage telefonico, sono stati introdotti per migliorare l’efficienza dei centri e affrontare le crescenti liste di attesa. Gli esperti reumatologi stanno monitorando i progressi nell’assistenza ai pazienti.

riforme necessarie nella gestione delle cure

Un aspetto cruciale è la riorganizzazione delle cure primarie attraverso modelli di engagement e finanziamento innovativi. Tra le proposte si evidenziano:

  • Potenziare l’utilizzo della telemedicina con modelli simili a quelli del centro di Bologna.
  • Mappatura delle esigenze territoriali per garantire cure appropriate.
  • Aggiornamento continuo delle linee guida terapeutiche basate su evidenze scientifiche.
  • Ampliamento delle terapie non farmacologiche, inclusi servizi di fisioterapia e supporto psicologico.

obiettivi del progetto ‘RheumAware’

Il progetto ‘RheumAware’ mira a rispondere ai bisogni insoddisfatti dei pazienti e a trovare soluzioni pratiche, in particolare per l’artrite psoriasica e le spondiloartriti. Queste condizioni colpiscono rispettivamente oltre 100.000 e 40.000 individui in Italia, gravando pesantemente sull’economia sanitaria nazionale con costi indiretti pari a circa 3 miliardi di euro all’anno.

testimonianze degli esperti

Massimo Reta, Direttore della Medicina Interna con indirizzo reumatologico presso l’Ospedale Maggiore di Bologna, ha sottolineato l’importanza di garantire diagnosi precoci e trattamenti tempestivi. Ha evidenziato che attualmente il 30% delle richieste per visite specialistiche a Bologna riguarda presunti casi di osteoporosi, ritenuti inappropriati da un punto di vista diagnostico.

Pietro Ferrara, del Centro di Studio e Ricerca sulla Sanità Pubblica, ha aggiunto che è cruciale migliorare la gestione della fase pre-diagnosi, poiché i costi per la salute aumentano significativamente in caso di interruzione delle terapie da parte dei pazienti. Mattia Altini ha evidenziato la necessità di ridurre il tempo speso dai clinici in attività burocratiche, mentre Daniele Conti ha discusso l’importanza delle vaccinazioni e del supporto informativo ai pazienti.

partecipazione e collaborazione

Il progetto ‘RheumAware’ si avvale del supporto della società UCB e viene coordinato da Dephaforum. Tra i partecipanti alle discussioni e ai lavori vi sono:

  • Mattia Altini – Settore Assistenza Ospedaliera Regione Emilia-Romagna
  • Elena Bravi – Azienda Usl di Piacenza
  • Daniele Conti – Associazione Malati Reumatici Emilia-Romagna
  • Mauro D’Antonio – Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare (Apmarr Aps)
  • Pietro Ferrara – Centro di Studio e Ricerca sulla Sanità Pubblica, Università degli Studi di Milano-Bicocca
  • Massimiliano Fracassi – Federfarma Emilia-Romagna
  • Alfonso Massara – Aou di Ferrara
  • Massimo Reta – Ospedale Maggiore Bologna