Assegno di invalidità 2025: le nuove opportunità offerte dall’Inps nei prossimi 5 anni

Modifiche Inps per l’assegno di invalidità nel 2025

Il 2025 si presenta con significative innovazioni riguardanti l’assegno ordinario di invalidità, a seguito del notevole incremento registrato nel 2024 nel Mezzogiorno. L’INPS ha introdotto nuovi criteri che permetteranno ai lavoratori di ottimizzare i contributi accumulati durante la loro carriera.

Questi cambiamenti sono orientati a fornire maggior equità e flessibilità, specialmente per coloro che hanno avuto percorsi lavorativi irregolari o hanno operato come liberi professionisti.

Prospettive future

Le recenti modifiche non influenzano soltanto l’assegno di invalidità, ma hanno anche ripercussioni sulla pensione indiretta. Questo segna una transizione verso un sistema previdenziale più inclusivo, capace di affrontare le dinamiche del mercato del lavoro attuale.

Un elemento cruciale della riforma è la capacità per i beneficiari dell’assegno di invalidità di accumulare ulteriori contributi nei primi cinque anni dalla concessione. In questo modo, anche in presenza di invalidità riconosciuta, il lavoratore ha l’opportunità di accrescere il proprio ammontare contributivo, con possibili effetti positivi sulle future pensioni.

L’assegno di invalidità: requisiti e nuove agevolazioni

L’assegno ordinario di invalidità è un sussidio che può essere richiesto da individui con almeno cinque anni di assicurazione e contributi, con un requisito di almeno tre anni accumulati nel quinquennio che precede la richiesta. Recentemente, la circolare INPS n. 246 del 22 gennaio 2025 ha introdotto un’importante modifica.

Questa new entry permette di considerare in modo più ampio e versatile i contributi versati, anche se provenienti da diverse gestioni previdenziali. Tale opportunità è stata sostenuta da un parere del Ministero del Lavoro, il quale enfatizza l’importanza di garantire “(…) la massima possibilità di valorizzazione delle diverse posizioni assicurative durante il percorso professionale, tramite il calcolo unitario della contribuzione accreditata nelle varie gestioni.”

Questa innovazione avrà un impatto rilevante sui lavoratori che non hanno seguito una carriera lineare, passando da impieghi dipendenti a pratiche autonome. Infatti, coloro che hanno avviato una partita IVA per periodi brevi o hanno cambiato frequentemente tipo di contratto spesso non raggiungono i requisiti necessari.