Imprenditore patteggia per violenza sessuale a Prato: Cgil riconosciuta come parte civile per la prima volta

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Un imprenditore, accusato di aver perpetrato violenza sessuale ai danni di una dipendente, è stato condannato a svolgere 240 ore di lavoro di pubblica utilità presso un’associazione. L’episodio risale a quattro anni fa, durante il quale l’uomo ha tentato di baciarsi con la lavoratrice abbassando la sua mascherina. La sentenza è stata emessa lo scorso dicembre dal giudice delle udienze preliminari del tribunale di Prato, accettando la proposta di patteggiamento presentata dal legale dell’imprenditore. La CGIL, attraverso la Filctem, si è costituita parte civile nel processo e ha registrato il caso come un importante risultato per la lavoratrice coinvolta e per il sindacato stesso. Cristina Pierattini della Camera del Lavoro e Juri Meneghetti, segretario generale della Filctem di Prato e Pistoia, hanno commentato positivamente la vicenda.

Riconoscimento del sindacato come parte civile

Nella comunicazione del sindacato, si evidenzia la novità rappresentata da questa sentenza, che segna la prima volta in Italia in cui in un procedimento riguardante la violenza di genere, si riconosce il sindacato come parte civile. Si sottolinea come il reato contestato abbia influito sull’onorabilità e sulla personalità della Camera del Lavoro e della Filctem, il cui prestigio e credibilità sono stati compromessi dalla situazione.

Ruolo del datore di lavoro

Meneghetti ha spiegato che il luogo di lavoro è stato considerato come un fattore che integra il reato di violenza. L’avvocata Amelia Vetrone, che ha rappresentato la lavoratrice, ha sottolineato l’importanza del riconoscimento del potere del datore di lavoro in queste situazioni. Pierattini ha anche evidenziato il modo in cui tale potere è stato utilizzato per esercitare violenza.

Difficoltà nelle denunce

L’avvocata Vetrone ha dichiarato che tali procedimenti legali non sono semplici da portare avanti, poiché le lavoratrici si trovano spesso a dover affrontare ricatti dovuti alla loro posizione lavorativa. Le difficoltà crescono ulteriormente, considerando che raramente si trovano testimoni in tali circostanze.

Statistiche sulla violenza nei luoghi di lavoro

Secondo i dati Istat del biennio 2022-2023, il 13,5% delle donne tra i 15 e i 60 anni ha subito violenza sul posto di lavoro, con un incremento significativo per le donne più giovani, dove la percentuale è salita al 21,2% tra le ragazze di 1524 anni. Questa sentenza è vista come un precedente importante, evidenziando il supporto del sindacato nel garantire diritti e dignità alle lavoratrici.

Impegno del sindacato

Alla Camera del Lavoro e alla Filctem è stato riconosciuto il diritto al rimborso delle spese processuali. I rappresentanti sindacali hanno dichiarato che il loro unico interesse è stato sostenere la lavoratrice in difficoltà, dimostrando l’importanza del sindacato nel rompere l’isolamento spesso vissuto dalle donne vittime di violenza sul lavoro.