Il 20 gennaio, la Corte Costituzionale sarà impegnata a esaminare l’ammissibilità di sei referendum che affrontano tematiche di significativa importanza nel panorama politico, sociale ed economico italiano. Tra queste rientrano le questioni relative all’autonomia, alla cittadinanza e al lavoro. I giudici si riuniranno nella Camera di consiglio di Palazzo della Consulta, a porte chiuse, per discutere la questione in presenza di comitati promotori e gruppi sia favorevoli che contrari.
Composizione della Corte e procedura
La Corte, in formato ridotto, sarà composta da 11 giudici, il numero minimo necessario per deliberare. Questo numero ridotto è dovuto all’incapacità del Parlamento di eleggere i giudici mancanti, a seguito della decadenza di alcuni membri. La regolarità formale delle richieste di referendum è stata previamente esaminata dalla Corte di Cassazione, la quale ha dichiarato conformi le istanze, ad eccezione di una relativa all’abrogazione parziale della legge di autonomia.
Analisi dei quesiti referendari
La Corte Costituzionale avrà il compito di verificare l’ammissibilità dei quesiti, accertandone la compliance con i requisiti costituzionali. Ci si dovrà domandare se i quesiti possano limitare la libertà di voto dell’elettore, garantita dall’art. 48 della Costituzione. Tra le questioni rilevanti vi è la loro chiarezza e se costringano gli elettori a una scelta che non consenta risposte differenziate.
Referendum sull’autonomia differenziata
Il referendum contro l’autonomia differenziata è particolarmente controverso, sostenuto da partiti di oppressione e associazioni come Cgil e Uil. Il quesito principale richiede l’abrogazione totale della legge 86 del 2024 relativa all’autonomia. Il comitato promotore, guidato da Giovanni Maria Flick, evidenzia i pericoli di un’ulteriore divisione del paese e le conseguenze negative per le disuguaglianze sociali.
Referendum sulla cittadinanza
Il quesito riguardante la cittadinanza mira a ridurre i requisiti temporali per la richiesta di cittadinanza italiana da 10 a 5 anni per gli stranieri. Diverse organizzazioni, tra cui Più Europa, sostengono il referendum, col fine di rendere più accessibile la cittadinanza.
Referendum sul lavoro
Quattro interrogativi referendari si concentrano sul tema del lavoro, con interventi per abrogare parti salienti del Jobs Act e migliorare la sicurezza lavorativa. I promotori, tra cui Cgil e varie associazioni, mirano a ripristinare diritti fondamentali in materia di contratti di lavoro e di responsabilità in caso di infortuni. I quesiti riguardano:
- Abrogazione del contratto di lavoro a tutele crescenti
- Abrogazione parziale per piccole imprese riguardo ai licenziamenti illegittimi
- Reintroduzione di motivazioni specifiche per contratti a tempo determinato
- Abrogazione della limitazione della responsabilità in caso di infortuni sul lavoro