Commento di Piergiorgio Morosini sulla separazione delle carriere
Il Presidente del Tribunale di Palermo, Piergiorgio Morosini, ha espresso un forte dissenso riguardo al recente voto della Camera dei Deputati sulla norma che prevede la separazione delle carriere nella magistratura. Con 174 voti favorevoli, 92 contrari e 5 astenuti, questo passaggio rappresenta un cambiamento significativo per il sistema giudiziario italiano. Morosini sottolinea come questa scelta si discosti notevolmente dall’idea originale dei padri costituenti, suggerendo che la riforma potrebbe favorire la politica a discapito dell’indipendenza giudiziaria.
Critiche alla riforma e all’equilibrio istituzionale
Morosini afferma che la riforma, piuttosto che separare le carriere, modifica l’equilibrio di potere tra la magistratura e la politica, mettendo a rischio l’autonomia dei giudici. Si evidenzia come l’attuale proposta sminuisca il ruolo del Consiglio Superiore della Magistratura (Csm), creato per tutelare l’indipendenza dei magistrati. In particolare, la modifica del peso delle componenti togata e laica rappresenta un passo indietro, riducendo l’autodeterminazione dei magistrati.
Preoccupazioni per il futuro della giustizia
Morosini ritiene che questa riforma possa non contribuire all’efficienza del sistema e vada contro i principi espressi in documenti europei, come la Carta di Roma del 2014. La creazione di un Csm dedicato ai pubblici ministeri, piuttosto che far parte integrante della magistratura, potrebbe creare un corpo di funzionari pubblici separati e altamente specializzati, sollevando interrogativi sulla legittimità e sull’operatività del sistema giudiziario.
Alternative al correntismo
Morosini propone che per affrontare le problematiche legate al correntismo, siano esplorate altre modalità di riforma. Una soluzione suggerita include la creazione di una composizione togata rappresentativa delle diverse professionalità, affinché le decisioni siano più informed e efficaci. A suo avviso, questo approccio favorirebbe una maggiore protezione per i cittadini e garantirebbe una gestione più equilibrata delle carriere.
Conclusioni sull’assetto della giustizia
In conclusione, Morosini mette in guardia sui rischi di un potere statale potenziato, sottolineando che la riforma non sembra arginare i rischi di eccessiva politicizzazione della giustizia. La sua visione implica che i recenti sviluppi potrebbero riportare a una magistratura gerarchizzata, contraria ai principi costituzionali. Le riflessioni del Presidente del Tribunale, pertanto, evidenziano la necessità di un dibattito approfondito e consapevole sulle riforme future.