Il progetto CCS-Carbon Capture and Storage a Ravenna rappresenta una svolta significativa per l’Italia, puntando alla decarbonizzazione delle industrie. Questa strategia si concentra principalmente nelle aree definite “hard to abate”, mirando a ridurre l’emissione di anidride carbonica nell’atmosfera grazie a un processo articolato di cattura, trasporto e stoccaggio della CO2.
l’importanza della tecnologia CCS
Secondo le proiezioni dell’Iea, il CCS e la Cdr-Carbon Dioxide Removal potrebbero contribuire a un abbattimento dell’8% delle emissioni globali di CO2 tra il 2020 e il 2050. Al contrario, un’analisi di The European House-Ambrosetti stima che l’uso combinato di tecnologie come l’elettrificazione, l’efficienza energetica, le bioenergie e l’idrogeno, porterebbe a una riduzione massima del 52%. Ciò lascerebbe un restante 48%, ovvero circa 30,8 milioni di tonnellate di CO2 all’anno, per il quale sarà essenziale adottare soluzioni CCS.
come funziona il processo di CCS
Fasi del processo
Le fasi del processo CCS si articolano in tre passaggi principali:
- Cattura: separazione della CO2 dagli altri gas, comunemente generata in seguito a processi di combustione.
- Trasporto: la CO2 viene compressa e successivamente trasportata tramite condutture, navi, veicoli o ferrovie.
- Utilizzo e stoccaggio: la CO2 può essere utilizzata per processi industriali o stoccata in formazioni geologiche sotterranee, tipicamente giacimenti esausti di idrocarburi o acquiferi salini.
fase 1 del progetto Ravenna CCS
Avviato ad agosto 2024, il progetto Ravenna CCS è il primo attivo in Italia e uno tra i pionieri a livello europeo. La fase iniziale prevede l’iniezione di circa 25.000 tonnellate di CO2 all’anno nel giacimento di Porto Corsini Mare Ovest, localizzato al largo di Ravenna. Entro il 2030, il progetto ambisce a raggiungere una capacità d’iniezione di 4 milioni di tonnellate di CO2 annualmente, con potenziali espansioni fino a 16 milioni di tonnellate in base alla domanda di mercato.
interesse nel settore industriale
Un’indagine condotta da Snam, in collaborazione con Eni e Confindustria, ha rivelato l’interesse di 61 aziende italiane, corrispondente a 172 siti industriali, per il progetto. Le manifestazioni di interesse segnalano un fabbisogno di stoccaggio pari a 27 Mton/anno entro il 2030 e 34 Mton/anno entro il 2040.
un’iniziativa internazionale
Il progetto Ravenna CCS è parte integrante del più ampio piano Callisto, che intende sviluppare un’imponente rete nel Mediterraneo per la cattura, il trasporto e lo stoccaggio della CO2. Questo sistema si propone di servire diversi distretti industriali in Italia e Francia, inclusi Ravenna, Ferrara e il Porto di Marsiglia.
impatti economici e ambientali
Lo studio condotto da The European House – Ambrosetti sottolinea che l’implementazione della tecnologia CCS è cruciale per mantenere la competitività di settori industriali strategici in Italia, generando un valore aggiunto di circa 94 miliardi di euro e impiegando 1,25 milioni di addetti. Questi settori, responsabili di oltre il 60% delle emissioni industriali, richiedono soluzioni sostenibili per il loro processo produttivo.
il ruolo di Eni nella transizione energetica
Eni, attraverso un piano di trasformazione orientato verso la neutralità carbonica, integra il CCS con altre soluzioni energetiche. Questo approccio prevede l’adozione di rinnovabili, biocarburanti, e fonti a basso impatto ambientale, mirando a ridurre le emissioni globali. Eni partecipa anche a progetti CCS internazionali, inclusi quelli in Norvegia e Regno Unito, per un’efficace collaborazione nella sostenibilità.