Recentemente, la Camera dei Deputati ha approvato una riforma costituzionale riguardante la separazione delle carriere dei magistrati, ottenendo 174 voti favorevoli, 92 contrari e 5 astenuti. Questa misura rappresenta il primo passo di un iter che prevede altre letture, ora in arrivo al Senato. Hanno espresso il loro sostegno i partiti di maggioranza, così come i rappresentanti di Azione e Più Europa, mentre Italia Viva ha preso una posizione di astensione. In opposizione, il Partito Democratico, il Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi Sinistra hanno espresso il loro dissenso.
Il supporto del governo e delle forze politiche
Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha celebrato l’approvazione dichiarando che si tratta di una giornata storica, citando l’importanza di questo passo non solo per il suo sogno personale, ma anche in riferimento al contributo di figure come Silvio Berlusconi e Giuliano Vassalli. Secondo Nordio, nei Paesi in cui la democrazia è storicamente affermata, la separazione delle carriere rappresenta un valore fondamentale.
Andrea Delmastro delle Vedove, deputato di Fratelli d’Italia, ha definito il voto un snodo epocale, indicando che si tratta di un avanzamento verso una giustizia più liberale, con un processo giusto e parità di trattamento. Antonio Tajani, segretario di Forza Italia, ha condiviso l’idea che questa riforma rappresenta una garanzia per i cittadini e una maggiore efficienza nel sistema giudiziario, mentre Francesco Paolo Sisto ha sottolineato il valore simbolico dell’approvazione da parte del Parlamento.
Le critiche dell’opposizione
Le posizioni critiche emergono in particolare dai rappresentanti del Movimento 5 Stelle, dove Federico Cafiero de Raho ha messo in guardia sui rischi di una mancanza di controllo della legalità da parte della politica e sulla diluizione della separazione dei poteri. Anche Debora Serracchiani del Partito Democratico ha espresso preoccupazione, evidenziando l’inefficacia della riforma e il suo potenziale per minare l’autonomia della magistratura.
L’allerta dell’Anm
L’Associazione Nazionale Magistrati ha lanciato un allarme riguardo a questa riforma, ritenendo che metta a rischio l’indipendenza del corpo giudiziario. Secondo l’Anm, la separazione delle carriere non solo non migliora il sistema di giustizia, ma potrebbe compromettere le garanzie fondamentali per i cittadini italiani.